TRIESTE È morto ieri, all’età di 76 anni, il biologo e medico ricercatore dell’Istituto di biofisica di Pisa del Consiglio nazionale delle ricerche, Vincenzo Passarelli, presidente dell’Aido, l’associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule dal 2004 al 2016. Lo ha reso noto oggi l’amministratore di Aido e presidente di Federmanager Fvg, Daniele Damele. Passarelli, originario di Conflenti, nel Lametino, era stato ricoverato per un improvviso e grave malore il 29 giugno scorso. In passato era stato presidente nazionale di Aido per più mandati per complessivamente 12 anni (sui 50 di vita della Aido stessa) per poi ricoprire diverse cariche all’interno dell’associazione. Passarelli ha dato una impronta decisiva, soprattutto con il ruolo volontaristico, a fianco delle istituzioni. Damele lo ricorda come un medico e un uomo che ha «sempre anteposto il bene e lo spirito di servizio» cercando «il confronto con tutti e chiunque, sempre, nel rispetto delle regole democratiche».
Il fegato, i reni e le cornee di Passarelli sono stati donati a scopo di trapianto. «Ha dedicato gran parte della sua vita alla causa della donazione degli organi. Una dedizione che ha confermato persino morendo: siamo sicuri che, se avesse potuto decidere come andarsene, Vincenzo avrebbe scelto proprio di poter donare gli organi, per testimoniare direttamente un’ultima volta il valore di un gesto nel quale ha creduto per tutta la vita», ha affermato il direttore del Centro Nazionale Trapianti Massimo Cardillo. Era ricercatore all’Istituto di Biofisica di Pisa del Consiglio Nazionale delle Ricerche, «nel corso del suo impegno in Aido, e in particolare durante il suo servizio come dirigente nazionale, Passarelli ha avuto un ruolo decisivo nel percorso che ha portato all’approvazione della legge 91/99, alla nascita del Centro Nazionale Trapianti e del Sistema informativo trapianti, lavorando senza sosta alla costruzione di una autentica e radicata cultura del dono», ha aggiunto Cardillo. In quegli anni, «i prelievi e i trapianti erano un evento sporadico e il trasporto degli organi era supportato da centinaia di volontari che mettevano a disposizione il loro tempo e persino le loro auto private per salvare una vita», ha ricordato il presidente del Cnt. «Se l’Italia, oggi, è tra i primi posti a livello europeo, lo dobbiamo anche a lui». (Ansa)
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