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La riflessione

Il Parco della Biodiversità: “gioiello” dei catanzaresi

Sessanta ettari di terreno coltivati ad uliveto trasformati in “Parco della Biodiversità Mediterranea” e reso fruibile ai cittadini di ogni età. Un grande polmone verde a Catanzaro, nel cuore dell…

Pubblicato il: 03/07/2023 – 10:59
di Franco Scrima*
Il Parco della Biodiversità: “gioiello” dei catanzaresi

Sessanta ettari di terreno coltivati ad uliveto trasformati in “Parco della Biodiversità Mediterranea” e reso fruibile ai cittadini di ogni età. Un grande polmone verde a Catanzaro, nel cuore della città capoluogo della Calabria.
Un’area, vasta quanto un intero quartiere, dedicata alla flora e alla fauna tipiche del territorio. Grandi prati verdi ben curati, parchi gioco per i più piccoli e “opere d’arte” sparse in ogni dove. Si presenta così al visitatore quell’area verde che guarda dall’alto l’azzurro mare Jonio.
Una realtà nata dalla ferrea volontà di Michele Traversa, già Presidente della Provincia di Catanzaro e, dopo, deputato al Parlamento Italiano. Ed è sempre lui che continua a curare con dedizione e amore il Parco, come fosse una creatura che ha bisogno di amorevoli cure. Gira per i viali del parco “il Presidente” anche nelle giornate assolate, senza mai fermarsi, persino segnando là dove gli è apparsa una innocua zolla di terra essiccata dai raggi del sole. Per lui è il segno che il terreno ha bisogno di essere irrigato.
Questo “padre putativo”, continua a riservare alla sua “creatura” tempo e attenzioni difficilmente eguagliabili. A lui si deve la trasformazione di quella vecchia azienda agricola annessa alla Scuola Agraria in un sito che, secondo i principi dell’ingegneria naturalistica, rispetta e valorizza i canoni della biodiversità. E così in quell’area che i catanzaresi chiamano semplicemente “Parco” esiste un “sistema” nel quale possono convivere varietà fioriste di pregio e faunistiche, tali da formare una realtà in cui la natura si intreccia con la cultura.
Si dice che il verde sia fondamentale per una città, perché tutela l’ambiente e il clima, oltre a indicare equilibrio tra i momenti di riposo e di lavoro e benessere. Ma è bene aggiungere che migliora la qualità della vita e assume un ruolo importante per la funzione sociale. Si dice che il verde evochi il rapporto tra psiche e natura oltre a simboleggiare la perseveranza e la fiducia in sé stessi, senso di equilibrio e amore per tutto ciò che riguarda la vita.
Fanno da corollario al Parco sia un centro per il recupero degli animali selvatici, sia un “museo storico” dedicato alla “Brigata Catanzaro” che fu una Grande Unità di fanteria del Regio Esercito Italiano, attiva nella prima guerra mondiale, come unità motorizzata, con il nome di 64ª Divisione fanteria “Catanzaro”.
Salvaguardare le ricchezze naturali è un significativo elemento di valorizzazione della Città e del suo paesaggio che fa il paio con quell’ampia area che svolge importanti funzioni ecologiche: un filtro naturale di vegetazione che, oltre a far risaltare il paesaggio, contribuisce alla tutela della biodiversità.
Il Parco nasce nel giugno del 2001 quando Michele Traversa, allora presidente della Provincia, presentò, il piano del “Parco” lasciando increduli i gruppi politici. Fu un’idea ambiziosa che si basava sul recupero e la riqualificazione dei terreni della vasta area nota ai catanzaresi come “Scuola Agraria”, sede dell’omonimo Istituto Tecnico che, a sua volta, ha acquisito una più ampia dimensione.
Ciò che, invece, deve essere rilanciato è il teatro che con i suoi 700 posti è stato motivo di orgoglio e di soddisfazione per i catanzaresi che hanno potuto assistere a spettacoli classici (e anche moderni) finché è stato possibile organizzarli, prima di una lunga parentesi rimasta tutt’ora “aperta”.
*giornalista

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