BERLINO Si è conclusa con un arresto a Kassel, in Assia, l’operazione contro la ‘ndrangheta effettuata dalla polizia tedesca il 29 giugno in questa città nonché a Duisburg e Hoexter, in Nordreno-Vestfalia. È quanto comunicato oggi dalla procura di Paderborn e dalla questura di Bielefeld, che hanno coordinato l’azione avente come obiettivo sospetti esponenti della criminalità organizzata calabrese, attivi in particolare nel settore della gastronomia italiana e coinvolti nel traffico di droga.
All’origine dell’operazione vi è la scoperta di 145 chilogrammi di marijuana effettuata a gennaio scorso dalla polizia a Hoexter. Le indagini hanno poi rivelato che questo quantitativo di droga era collegato alla ‘Ndrangheta.
Durante perquisizioni di locali nelle tre città, le forze dell’ordine hanno acquisito numerose prove.
Per quanto riguarda l’arrestato a Kassel, si tratta di un 25enne destinatario di un mandato di cattura per violazione della legge sugli stupefacenti. Un sospettato di 34 anni, nel cui appartamento a Hoexter è stata scoperta la marijuana, è al momento irreperibile. L’uomo gestiva due ristoranti italiani nella stessa città e uno a Kassel.
Nei giorni precedenti all’intervento della polizia tedesca in Assia e Nordreno-Vestfalia, la Germania e’ stata tra i teatri dell’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro (Dda) che si è concentrata sulla ‘ndrina dei “papaniciari”, clan di Papanice in provincia di Crotone. A Muenster, in Nordreno-Vestfalia, e’ stato arrestato “il padrino” della città, importante esponente della ‘Ndrangheta. Successivamente, il fratello del mafioso si è consegnato alla polizia di Stoccarda, che lo ha posto agli arresti.
Entrambi erano destinatari di un mandato di cattura internazionale emesso dalla procura di Catanzaro che, guidata da Nicola Gratteri, ha coordinato le indagini sui “papaniciari”. Di 70 e 62 anni, i due fratelli erano tra i 123 indagati e si sono aggiunti ai 43 arrestati dalla Dda. Secondo quanto comunicato dalla procura di Hamm, la magistratura italiana ha chiesto l’estradizione dei due ‘ndranghetisti catturati in Germania, accusati di appartenenza a un’organizzazione criminale e riciclaggio di denaro.
Nel Paese, dagli anni ’70, il “padrino di Muenster” conduceva una vita da insospettabile imprenditore della gastronomia in un quartiere residenziale della città. Secondo le indagini, dagli anni ’90, l’arrestato avrebbe svolto attivita’ di riciclaggio per la ‘ndrangheta. Con altri nove affiliati alla criminalità organizzata calabrese, il “padrino di Muenster” avrebbe formato il “Crimine di Germania”, organo competente a mediare tra gli interessi delle ‘ndrine in territorio tedesco. Secondo Gratteri, la ‘ndrangheta ha in Germania la più vasta presenza al di fuori dell’Italia.
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