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il rogo

Lamezia, le promesse mancate volano nei fumi (tossici) dei ghetti rom – FOTO

Un nuovo incendio nel quartiere Ciampa di Cavallo, allarme per la popolazione e chiamate al 115. Mentre di quei 500mila euro non si sa più nulla

Pubblicato il: 05/07/2023 – 19:27
di Alessia Truzzolillo
Lamezia, le promesse mancate volano nei fumi (tossici) dei ghetti rom – FOTO

LAMEZIA TERME Sono intervenuti carabinieri e vigili del fuoco nel “fortino” rom Ciampa di Cavallo dove questo pomeriggio sono andate a fuoco spazzatura ed erbacce. Un denso fumo nero dall’odore pungente ha invaso l’aria. Un comunicato dei vigili del fuoco segnala che «interessati dal rogo sono stati rifiuti solidi urbani ed alcune baracche abusive». I vigili segnalano anche «numerose chiamate pervenute presso la sala operativa 115 e disagi per gli abitanti della zona allarmati dalla colonna di fumo nero ed acre sviluppatosi dalla combustione».
È uno spettacolo che si ripete ogni anno nei quartieri abitati dalle etnie rom. Solitamente il denso fumo nero si solleva dal quartiere Scordovillo, un ghetto fatto di case di lamiera, sporcizia, disagio e roulotte (per i più fortunati), dove risiede una delle comunità rom più grandi d’Europa.
Un luogo nel quale le promesse di civiltà da parte delle istituzioni si perdono nel vento.

Progetti nel vento

Due promesse, in particolare, sono state messe nero su bianco. Sono la proposta di delibera della giunta comunale numero 2065 del 24 dicembre 2021 con la quale si progetta un investimento di 10mila euro per «interventi di integrazione sociale», ovvero di realizzare «interventi di integrazione sociale per il campo rom Scordovillo a valere sul contributo straordinario assegnato dalla Prefettura di Catanzaro». Il contributo del quale si parla sono i famosi 500mila euro che «con nota della Prefettura di Catanzaro prot. n.65614 del 20 settembre 2021» sarebbero stati assegnati e accreditati al Comune «per realizzare interventi di recupero ambientale e di integrazione sociale nel campo rom di Scordovillo».
Al momento, a luglio 2023, di quella proposta di delibera della giunta guidata da Paolo Mascaro non vi è traccia.
Gli interventi dovevano essere suddivisi in quattro assi:
Istruzione: lnterventi per I’inclusione scolastica e l’alfabetizzazione (attività laboratoriali finalizzate allo sviluppo delle competenze didattiche, attività ludico-artistiche, ricreative, manuali) – Attivazione di percorsi di sostegno didattico nel tempo-scuola per ridurre la dispersione e il rischio di fallimenti nel percorso – Accesso gratuito ai servizi educativi alla prima infanzia.
Lavoro: Realizzazione di percorsi di orientamento professionale e di accompagnamento al lavoro per donne e giovani rom, attraverso attivazione dei tirocini extracurriculari.
Salute: Interventi di sostegno socio-educativo extrascolastico e di inserimento dei minori nelle agenzie di socializzazione del territorio, da attivarsi in rete con i servizi (invio e accompagnamento ai servizi competenti, supporto alle famiglie nella fruizione dei servizi socio-educativi e sanitari) – lnterventi di promozione della salute (intesa come benessere psico-fisico) e di sostegno alla paternità e maternità consapevole.
Casa: Accompagnamento di 4 nuclei familiari presso altra abitazione sita fuori dal campo con utilizzo di un bonus affitto (il cui costo, per un periodo di tempo di 6 mesi, è a carico del progetto).
Qualche giorno dopo, il 29 dicembre 2021, è stata prodotta la proposta di delibera della giunta comunale, numero 2095, con la quale si progettava la rimozione dei rifiuti in località Scordovillo, nelle aree limitrofe al campo rom, e la realizzazione di un impianto di video sorveglianza ambientale per controllare ed evitare ulteriori accumuli di rifiuti dopo la bonifica.
Il costo del progetto era di 400mila euro, sempre presi dai quei famosi 500mila euro stanziati dalla Prefettura. 

Scoramento e presa per sfinimento, l’effetto delle promesse mancate

«Abbiamo avuto l’ultimo incontro col sindaco Mascaro a dicembre scorso poi ci siamo demoralizzati», ci dice Fabrizio Basciano, rappresentante del gruppo “Cittadini Attivi Fumi Tossici Lamezia Terme”. Un gruppo che conta oltre 5000 iscritti e che è sempre stato molto attivo sull’argomento.
Il due marzo scorso hanno postato delle foto fatte con un drone. Si vedono i cumuli di rifiuti pericolosi nel terreno retrostante a Scordivillo, quello dal quale partono i roghi tossici.

Rifiuti sul limitare di Scordovillo

«All’inizio fu il sottodimensionamento dell’organico comunale, poi la mancata variazione al piano triennale dei lavori pubblici, oggi, riportiamo testualmente: “(…) i gravosissimi impegni derivanti dal Pnrr stante i numerosi finanziamenti intercettati in detto ambito da parte del Comune di Lamezia Terme”.  Questo è quanto ha risposto il Sindaco Mascaro, subito dopo la pubblicazione del video aereo sulla discarica abusiva di Scordovillo, a una nostra mail precedentemente inevasa: questo, oggi, il nuovo luogo a non procedere. Intanto, mentre l’amministrazione comunale continua inesorabilmente a temporeggiare, Lamezia si ammala sommersa dai rifiuti tossici e dai loro roghi: a quale ente esterno dovremo rivolgerci perché i provvedimenti chiesti vengano messi in atto? Perché a questo punto è chiaro che il Comune di Lamezia Terme o non è in grado o non vuole o non può: la pazienza è finita, e altrove, ad altre latitudini, si invocherebbero le dimissioni». 
E mentre l’amministrazione comunale latita, come diceva la canzone “le vent nous portera” (sì, ci porterà i fumi tossici). (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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