ROMA «Contro di me è in atto una strumentalizzazione politica. Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio. Sono qui per il rispetto che deve a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo». Lo ha detto la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, intervenendo al Senato per difendersi dalle accuse emerse nel corso dell’inchiesta giornalistica di Report e rilanciate dalle opposizioni. Santanché ha poi ringraziato «per la solidarietà i ministri e la presidente del consiglio».
«Faccio impresa da quando ho 25 anni – ha sottolineato la ministra – sono partita da Cuneo con la forza del lavoro contando solo su me stessa, ho raccolta importanti successi imprenditoriali, sono fiera di aver dato lavoro a tante persone. Ho investito nella pubblicità nell’intrattenimento e poi nell’editoria. Ho potuto scrivere pagine di successo».
«Voglio chiarire subito che la persona cui attingono i miei detrattori come grande accusatore a differenza di quanto riferito in televisione e su altri mezzi non è un piccolo risparmiatore – ha tenuto a precisare nell’informativa Santanchè – ma secondo le notizie che lui stesso ha divulgato è una sorta di finanziere che si è trasferito prima a Londra poi in Svizzera e a Montecarlo e ora risiede alle Bahamas».
«Non ho mai avuto nessun controllo nel settore dell’alimentare biologico – ha detto ancora la ministra – come molti media hanno raccontato. Ho svolto attività di impresa nel mondo della pubblicità, editoria, e intrattenimento e non ho mai superato il 5% della mia partecipazione».
«Da Ki group srl ho incassato 27mila euro lordi in tre anni – ha proseguiyo – una media di 9mila euro l’anno per gli anni precedenti, tra 2014 e 2018 in cui la società ha fatto margini operativi positivi, ho percepito dalla capogruppo un valore lordo annuo di circa 100mila euro». In questo senso Santanché nel corso dell’informativa in Aula al Senato, ha sottolineato che non si tratta dei «compensi stratosferici» di cui si è parlato.
«Per 30 anni dal mio gruppo – ha detto ancora la ministra – nessuno mi ha mai accusato di nulla. Oggi i miei collaboratori sapranno portare avanti la società, essendo io socia di minoranza. Non ho avuto mai favoritismi e mai li ho cercati».
«Per questa complessa operazione di risanamento» delle 4 società Visibilia «ho messo a disposizione il mio patrimonio, per tutto ciò mi sarei quasi aspettata un plauso e sfido chiunque a indicarmi un numero cospicuo di persone che impegnano tutto il patrimonio per salvare le aziende».
«Cosa resta alla fine: note di colore sul mio abbigliamento, per le case, per le mie amicizie, per i nomignoli che mi sono stati dati – ha poi ironizzato la ministra -. Mi hanno anche accusato erroneamente di aver preso delle multe in sosta vietata quando le multe erano dell’arma dei carabinieri a cui avevo dato in comodato una mia auto per rinunciare ad una di scorta. Io no ho nessuna multa da pagare».
«Io sono felice e mi fermo qua per carità di patria – ha concluso Santanchè – per il resto se ho commesso errori ho già pagato, animata da una sola solida certezza: gli organi giudiziari italiani a partire da quelli fallimentari funzionano bene al di là dei tempi forse troppo lunghi».
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