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la reunion politica

Calenda: «Ripartire dal Sud, la nostra è una rivoluzione culturale che si fonda sulla serietà delle proposte» – FOTO

Il leader di Azione a Reggio: «Qui il problema è realizzare le opere. Il Ponte non si farà, Salvini non è Marchionne». Irto in platea

Pubblicato il: 06/07/2023 – 21:32
di Mariateresa Ripolo
Calenda: «Ripartire dal Sud, la nostra è una rivoluzione culturale che si fonda sulla serietà delle proposte» – FOTO

REGGIO CALABRIA «Vorrei portare questo partito a fare una rivoluzione culturale per la quale si vota la serietà delle proposte». Ne è convinto Carlo Calenda. Il leader di “Azione” ha scelto Reggio Calabria per «ripartire da Sud». “Calabria, sul serio” con proposte e prospettive che “Azione” si propone di intraprendere sul territorio. Proposte illustrate nel corso di un incontro al quale hanno preso parte, tra gli altri, il senatore Marco Lombardo, Francesca Scarpato, Carmelo Versace (sindaco facente funzioni della Città Metropolitana), i consiglieri regionali Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano, oltre che tutta la dirigenza locale. Presenti in prima fila anche il sindaco di Reggio Calabria Paolo Brunetti e il segretario regionale del Pd Nicola Irto. Salario minimo, garantismo (con l’esempio del caso Santanchè), autonomia differenziata, Ponte sullo Stretto, l’impegno per le prossime elezioni europee: i temi trattati. E poi il rapporto con Matteo Renzi e la sua “Italia Viva” e le ragioni che lo hanno portato a dire addio al progetto del Terzo Polo. Sul “fallimento” del progetto del Terzo Polo, in particolare, Calenda ha spiegato: «Non per mia responsabilità. Io sono stato il leader alle elezioni, siamo ridiventati due partiti unici che hanno due posizioni diverse». «Se la politica rimane su un piano che non realizza mai le cose che dice, non è politica, è rumore», ha detto Calenda nel corso del suo intervento, criticando poi l’operato di Salvini e Meloni: «Io mi chiedo come si fa a votare una persona che ha esperienza amministrativa pari a zero. Meloni e Salvini non hanno mai gestito nulla nella loro vita». Focus inoltre su diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione: «Oggi noi siamo il penultimo Paese più ignorante d’Europa», ha ripetuto più volte Calenda. «Il 70% delle persone non ha mai letto un libro, è un cataclisma”. “Salario minimo? Sì, è necessario. Oggi ci sono 4 milioni di italiani poveri, non possono comprarsi da mangiare. Chi va a lavorare deve essere pagato come si deve, è un principio di civiltà». 

Da sinistra De Nisi, Graziano, Irto e Brunetti

La posizione su garantismo e abuso d’ufficio

Sul tema del garantismo, tema che lo divide profondamente dalla visione renziana, Calenda ha spiegato: «Per me è molto chiaro: la questione Santanché non è giudiziaria, è una questione di politica, di opportunità politica, dei comportamenti. Quella giudiziaria seguirà il suo corso e siamo sempre garantisti, però quando fai il membro di governo, devi tenere comportamenti che siano appropriati, e ieri non è stata in grado di spiegare come doveva», ha sostenuto Calenda confermando la richiesta di dimissioni per il ministro del Turismo del governo Meloni. «Aggiungo – ha detto Calenda rispondendo ai giornalisti – anche un tema che per noi è fondamentale, sul quale, per esempio, siamo d’accordo col governo, l’abolizione dell’abuso d’ufficio. Perché non possiamo fare 155mila bandi e contemporaneamente indagare gente che poi viene assolta».

«In Calabria il problema delle infrastrutture e l’incapacità di spendere i soldi»

«Cosa non è stato considerato sul serio della Calabria? Innanzitutto le infrastrutture, perché mi è capitato un po’ di girarla e il problema è la capacità di realizzare le infrastrutture in Italia. Noi pensiamo sempre che il problema sono i soldi, ma non sono mai soldi, sono l’incapacità di spenderli. Se andate a vedere i curriculum vitae delle persone che fanno politica nel 90% dei casi non hanno mai lavorato fuori dalla politica, quindi non sanno gestire niente. Parliamo per ore di destra e sinistra, ma non riusciamo a fare niente né di destra né di sinistra. Quindi la mia risposta è: perché i politici non hanno mai lavorato prima nella vita reale non sanno gestire nulla». Con riferimento alla classe dirigente di Azione in Calabria, Calenda ha osservato: «Ho un’ottima opinione di Versace, è una persona molto concreta. Il taglio che vogliamo dare ad Azione, ed è una novità, è il portato di quello che provo a fare io: rimettere insieme persone ragionevoli che magari hanno militato in campi  avversi, ma appartengono alla tradizione riformista di sinistra, alla tradizione della Dc, del Partito socialista, del Partito repubblicano. Oggi la politica si è così estremizzata che si parla di tutto tranne delle cose da fare e come farlo, invece Versace è una persona molto concreta, dà numeri a differenza di quanto mi dicono altri amministratori in genere, poi – ha ricordato il leader di Azione –  c’è il senatore Lombardo che è di Reggio, quindi ha un occhio particolare. Insomma siamo abbastanza contenti di come stanno andando le cose qui».

«Il campo largo non esiste, con Renzi le distanze si ampliano»

Con riferimento alle alleanze, in particolare con Pd e M5S: «Non c’è nessuna praticabilità, il campo largo – ha detto Calenda –  non è mai esistito, non governeremo mai con i 5 Stelle, che sono populisti mentre noi siamo pragmatici. Non c’è nessun campo largo, e non ci sarà mai. Europee? Con Renzi parleremo quando ci saranno le Europee, per il momento vedo che le posizioni con Italia Viva con il tempo di stanno allontanando. Mi dispiace ma noi restiamo sul nostro programma».

«Altre necessità prima del Ponte sullo Stretto»

Critico poi Calenda sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto, non tanto per l’opera che il leader di Azione ha definito «un’opportunità come tutte le infrastrutture», ma «se nel frattempo hai i soldi ma non rimetti a posto le ferrovie, l’impianto idrico che in questa città, per esempio, è vecchissimo, cioè tutte le cose che sono alla base… Prima metti a posto le cose che sono nella tua attività più importante, che è far viaggiare le persone in treno, far funzionare i bacini idrici, avere un piano di smaltimenti e rifiuti, poi dopo fai anche il ponte. Io non sono contrario, però vedrete che alla fine non si farà il ponte e non riusciranno a spendere questi soldi sulle cose ordinarie perché non hanno mai lavorato un giorno in vita loro fuori dalla politica e gli diamo da gestire cose che sono multimiliardarie pensando che come per magia si trasformino tutti in Marchionne, non sono Marchionne, quello è Salvini, per cui non le fa le cose».

«L’autonomia differenziata una follia per come impostata»

«Per come è stata impostata è una follia», ha detto Calenda riferendosi al Ddl Calderoli: «E vi dico di più, non solo per il Sud, anche per il Nord. Vi rendete conto che per le competenze che ci sono nell’autonomia noi dovremmo avere ogni regione con la sua società elettrica, ogni regione con la sua società di distribuzione del gas, ogni regione che può mettere un veto, cioè bocciare gli accordi commerciali fatti dall’Unione Europea, per cui non devono essere approvati solo in Parlamento, ma anche qui, cioè diventano le signorie, diventa l’Italia divisa in signorie. Io non sono contrario – ha aggiunto – al fatto che si diano più deleghe alle regioni, però bisogna farlo con intelligenza, perché altrimenti questo Paese, dove non si riesce più a fare nulla, ancora meno si potrà fare».

De Nisi: «Per la Calabria proponiamo politiche di sviluppo, per imprese e lavoratori»

Francesco De Nisi

“Azione” è «un partito vincente e della concretezza e Carlo Calenda è la persona giusta che riesce a individuare i problemi e soprattutto riesce a proporre delle soluzioni per i problemi». Così ai microfoni del Corriere della Calabria il consigliere regionale Francesco De Nisi, che ha aggiunto: «Per Calenda la Calabria è una piattaforma su cui proporre un’idea di sviluppo, far sì che da qui nasca una opportunità anche per tutta l’Italia. Calenda è un uomo del fare, un uomo concreto. E in quest’ottica noi, come Azione, abbiamo tantissime idee proprio per incentivare lo sviluppo di questa terra. Non con politiche assistenziali, ma con politiche di sviluppo, fornendo veramente gli strumenti all’impresa e i lavoratori per poter creare prospettive di lavoro e di sviluppo in Calabria», ha concluso De Nisi.

Versace: «Calenda a Reggio Calabria come segno di attenzione al territorio»

 «Grazie per aver scelto Reggio Calabria, – ha detto nel corso del suo intervento il sindaco metropolitano Versace – segno di un’attenzione al territorio e del fatto che in Calabria si può cambiare. Oggi siamo qui per impegnarci per una Calabria diversa. La sfida del Pnrr è una sfida importante e che noi pensiamo di interpretare nel migliore dei modi. Alle prossime europee – ha detto ancora Versace – non saremo comparse, ma attori principali».

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