CATANZARO La Regione Calabria ha finora speso 1,4 miliardi dei fondi europei della programmazione 2014-2020, pari al 62% della dotazione complessiva di 2,2 miliardi, ed entro la fine dell’anno deve spendere altri 397 milioni per evitare il disimpegno automatico di queste risorse. Sono questi i dati riferiti dalla Regione in apertura del Comitato di sorveglianza sullo stato di attuazione del Por Calabria: ad aprire i lavori del Comitato, che si svolge nella sede della Giunta a Catanzaro, il saluto del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in videocollegamento.
A fare il punto è stato il dirigente generale della Programamzioen della Regione, Maurizio Nicolai: «Siamo sullo stesso livello delle altre Regioni come spesa, naturalmente c’è ancora da fare tanta strada. Ci aspetta un periodo di lavoro duro. Siamo confidenti, nel senso che riteniamo di aver messo in campo le procedure idonee affinché i target di spesa siano conseguiti. Abbiamo fatto i conteggi, al netto del programma Safe sui ristori energetici restano da spendere 397 milioni di spesa pubblica, di cui 314 comunitaria e la restante fondo nazionale e regionale». Quanto alla riprogrammazione delle risorse comunitarie, per Nicolai le somme per la sanità «verranno integralmente spese in attrezzature per gli ospedali, nella medicina territoriale e di emergenza urgenza e per gli extra lavoro dei medici nella fase Covid. Ci sono poi alcuni piccoli spostamenti per fare fronte a qualche criticità che si è manifestata nell’ultimo minuto, a esempio il grande progetto della Metropolitana di Catanzaro dove avevamo un’aspettativa e ci troviamo oggi con 50 milioni di spesa in meno, o il centro gestione rifiuti di Sambatello dove pensavano di spendere 15 milioni ma ci troviamo invece con una lettera di rinunzia dei lavori della ditta. Quindi piccole cose da sistemare».
Nicolai ha poi aggiunto: «Le criticità sono tante, però sono anche le lezioni apprese. Il presidente Occhiuto nel suo discorso ha parlato di capacità amministrativa: per la prima volta lo Stato membro Italia si dota di un programma specifico, che si chiama capacità per la coesione e che vale 1,5 miliardi, per facilitare i processi di accesso ai fondi comunitari. Quello che si chiede è un modello di crescita per tutti, un modello in cui ci sono tempi certi per tutti. In realtà l’amministrazione gestisce poco più di un terzo del programma, tutto il resto viene distribuito su enti locali, università, organismi intermedi. Quindi credo che tutti, ovviamente a cominciare da noi perché diamo le carte, dobbiamo fare un passetto in avanti rispetto alla sostenibilità e alla capacità di essere scrupolosi nei modelli di attuazione. Adesso – ha sostenuto il dg della Programmazione della Regione – è una sfida della serietà. Ma non è tanto un ragionamento sulle risorse, ma di igiene amministrativa e attuativo-procedurale, nel senso che dobbiamo imparare a diventare adulti su questi temi. La burocrazia che io rappresento è indubbiamente un anello debole, al di la dei mea culpa che devo fare devo provare a riorganizzare al meglio il Dipartimento e i Dipartimenti per l’attuazione. Confido molto nei programmi sulla capacità amministrativa e sui supporti per l’attuazione. Non è più neanche una sfida, è un dovere: bisogna assolutamente dare risultati».
Nicolai si è soffermato anche sul nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei della Regione Calabria, quella del settennato 2021-27: «Siamo pronti, il 30 giugno – che è un termine regolamentare – abbiamo approvato il sistema di gestione e controllo, abbiamo tra l’altro già iscritto in bilancio l prime somme, c’è un avviso in preinformazione sull’occupazione e occupabilità nel turismo, abbiamo messo in piedi un progetto sulla transizione digitale. La programmazione 2021-27 è praticamente partita, siamo operativi: parliamo di 3,173 miliardi tra Fesr ed Fse». (c. a.)
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