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Arrestato in Libano Bartolo Bruzzaniti. Era ricercato da quattro Procure – VIDEO

L’operazione “Levante” ha portato alla cattura dell’uomo, originario di Locri, ritenuto un narcotrafficante di rilievo criminale assoluto

Pubblicato il: 07/07/2023 – 7:21
Arrestato in Libano Bartolo Bruzzaniti. Era ricercato da quattro Procure – VIDEO

REGGIO CALABRIA Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, al termine di articolate indagini di polizia giudiziaria, svolte con il supporto delle più importanti Istituzioni ed Agenzie europee ed internazionali impegnate nel contrasto dei crimini transnazionali, nell’ambito del progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), hanno tratto in arresto il ricercato Bartolo Bruzzaniti, originario di Locri, ritenuto essere narcotrafficante di rilievo criminale assoluto. Nel mese di ottobre 2022, a seguito di complesse indagini condotte dal Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria, Bruzzaniti si era sottratto all’esecuzione di una misura cautelare emessa nei confronti di 36 soggetti coinvolti – allo stato del procedimento e fatte salve le successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravato dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta. In quell’occasione, tra l’altro, i finanzieri avevano sequestrato oltre 4 tonnellate di cocaina, così sottraendo alla criminalità organizzata calabrese introiti stimati in 800 milioni di euro. Per avere contezza del livello criminale dell’arrestato, si consideri che lo stesso, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, sarebbe responsabile della progettazione ed esecuzione di un vastissimo traffico di sostanze stupefacenti, dal Sudamerica alla Calabria, consistente in periodiche e imponenti importazioni di oltre 2 tonnellate ciascuna.

Bruzzaniti coinvolto in inchieste delle Procure di Milano, Genova e Napoli

Quale ulteriore sviluppo dell’”Operazione Levante”, è importante evidenziare come, in Italia, Bruzzaniti risulti coinvolto in inchieste in materia di narcotraffico condotte – sotto il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, diretta Giovanni Melillo – dalle Procure Distrettuali di Milano, Genova e Napoli, le quali possono ora disporre dell’indagato. Nell’ambito della richiamata misura cautelare figurava anche il fratello Antonio Bruzzaniti, anch’egli irreperibile nel mese di ottobre scorso e, successivamente, ricercato e tratto in arresto dal Gico di Reggio Calabria al rientro dalla Costa d’Avorio, Paese in cui si era stabilito. Rimaneva ancora da assicurare alla giustizia Bartolo nei confronti del quale, a seguito dell’accertata irreperibilità, sotto il costante coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, è stato realizzato un sofisticato dispositivo volto al suo rintraccio in ambito internazionale. La costanza degli inquirenti ha consentito – anche avvalendosi della diffusione di un avviso di cattura internazionale, la c.d. “Red Notice” Interpol – di stringere sempre più il cerchio attorno al ricercato, seguendone gli spostamenti tra la Costa d’Avorio ed il Libano. Così, per il tramite del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza e con il supporto dell’Aise e dello Scico, il Gico di Reggio Calabria ha avviato una proficua cooperazione internazionale di polizia – con la collaborazione della Dcsa e della Direzione Centrale della Polizia Criminale – Scip Uffici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, del Segretariato Generale dell’Oipc-Interpol di Lione, della Drug Enforcement Administration (Dea americana nonché, da ultimo, il risolutivo intervento dell’Internal Security Forces (Isf) libanese – che ha consentito di localizzare e trarre in arresto il Bruzzaniti a Jounieh, in Libano.

L’arresto in un noto ristorante di Jounieh

Il rintraccio di Bartolo Bruzzaniti, dopo averne seguito per mesi le tracce tra l’Africa ed il Medio Oriente, ha avuto il suo epilogo in un noto ristorante di Jounieh, luogo in cui è stato sorpreso e catturato. Per il buon esito delle attività, essenziale si è dimostrato il supporto fornito in campo internazionale dal progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) – finanziato dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza e finalizzato alla cattura dei latitanti italiani all’estero nonché a colpire gli interessi della ‘ndrangheta oltre confine – che ha reso possibile veicolare, in tempo reale, le informazioni in possesso del Gico di Reggio Calabria alle omologhe forze di polizia ivoriane e libanesi. Bartolo Bruzzaniti rappresenta l’ultimo, nonché uno dei principali, tra i 76 soggetti che, in tre anni di progetto, le unità I-CAN hanno contribuito ad individuare e far arrestare in tutto il mondo, di cui 35 latitanti da tempo.

Ferro: «Ennesimo successo dei nostri apparati investigativi»

«La cattura in Libano del narcotrafficante Bartolo Bruzzaniti, latitante ricercato da quattro Procure, è l’ennesimo successo dei nostri apparati investigativi, capaci di condurre a termine complesse indagini di polizia giudiziaria in cooperazione con le piu’ importanti agenzie anticrimine internazionali e con le forze di polizia straniere nell’ambito del progetto I-Can». Lo dichiara in una nota la sottosegretaria all’Interno, Wanda Ferro. «Congratulazioni alla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che ha condotto le indagini con il coordinamento della Procura distrettuale guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, e con il contributo degli specialisti dello Scico e degli 007 dell’Aise, il servizio segreto italiano per l’estero», aggiunge. «Si tratta di un’operazione di enorme rilevanza considerato che Bruzzaniti, detto “u gargiazza”, viene ritenuto al centro di un sistema di narcotraffico, soprattutto di cocaina, in grado di garantire l’ingresso in Italia di trecento chili di cocaina a settimana. Nell’ambito delle indagini sono state infatti sequestrate oltre 4 tonnellate di cocaina, per un valore stimato sottratto alla ‘ndrangheta di 800 milioni di euro», conclude nella nota.

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