«Nel processo di definizione di un nuovo assetto geopolitico mondiale, la sicurezza alimentare assume un ruolo sempre più determinante nei rapporti di forza tra i Paesi del mondo. L’aggressione russa ai danni dell’Ucraina e il conseguente blocco delle esportazioni di grano, posto come ritorsione al regime sanzionatorio occidentale, hanno infatti dimostrato come la gestione della sicurezza alimentare globale fosse una questione primaria nel dibattito internazionale. In questo scenario, la stipula dell’Accordo del Mar Nero tra le due nazioni belligeranti, con la mediazione delle Nazioni Unite e della Turchia, ha rappresentato un importante segnale di relativa stabilità per quei Paesi poveri che costantemente dipendono dal grano ucraino per il proprio sostentamento. Nonostante le premesse incerte, l’Accordo è stato più volte rinnovato dopo intensi negoziati diplomatici per quasi un anno, l’ultima volta a maggio, con la prossima scadenza fissata al 17 luglio. Tuttavia, la Federazione Russa ha recentemente dichiarato che non sussiste “alcuna ragione” per estendere l’accordo sulle esportazioni di grano ucraino, sino a quando non verranno alleggerite le sanzioni varate dall’Occidente che limitano le esportazioni agricole russe, gravando sulle banche e le assicurazioni del Paese, nonostante queste non colpiscano direttamente prodotti agroalimentari e fattori produttivi. Inoltre, la distruzione dell’oleodotto russo che collegava la città di Togliatti al porto ucraino di Odessa per l’esportazione di ammoniaca, ingrediente principale per i fertilizzanti azotati destinati soprattutto all’UE, ha rappresentato un ulteriore pretesto per sostenere il mancato rinnovo dell’accordo sul grano. Malgrado le tendenze a ribasso per il prezzo dei cereali sia a livello internazionale, come registrato dagli ultimi bollettini della FAO, sia sul piano interno, la dichiarazione russa ha messo in fibrillazione il mercato. L’accordo sul grano ucraino, sebbene ponga in serio rischio la sicurezza alimentare globale, è divenuta l’arma negoziale utile alla Russia per alleggerire le pressioni sul proprio sistema bancario. Al di là di quello che sarà l’esito della trattativa in corso, sui mercati continuerà a dominare l’incertezza che apre anche la strada alla speculazione. L’UE sta superando l’eccessiva dipendenza dal gas russo, ma ora deve altresì affrontare la nuova dipendenza dalle materie prime critiche in mano alla Cina, fondamentali per la transizione ecologica e digitale. Per le materie agricole di base l’Unione Europea è autosufficiente, nonché primo esportatore mondiale di prodotti agroalimentari: un asset strategico da tutelare con la massima cura. In uno scenario incerto, di fronte a queste tensioni e all’uso del cibo come arma, per Confagricoltura spetta proprio all’Unione Europea il compito di aumentare necessariamente il proprio output produttivo agroalimentare, allentare la pressione sui mercati globali immettendo grano europeo e proporsi come un attore regionale autorevole per sopperire ai livelli minimi di sicurezza alimentare». Lo scrive Confagricoltura nella nota settimanale.
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