LAMEZIA TERME «Il nostro modello di partito, quello che ha in mente Matteo Renzi è profondamente radicato ai territori. In questo momento in cui il Paese sta discutendo delle risorse del Pnrr, delle risorse relative alla necessità di rafforzare e di modernizzare anche dal punto di vista infrastrutturale il Sud, ovviamente noi non possiamo che essere protagonisti di una stagione che deve andare avanti, forse anche con un po’ più d’impulso rispetto a quello che il Governo sta mettendo. Partiamo dalla Calabria per fare un gesto di attenzione nei confronti di un territorio che ha grandi potenzialità e che spesso in passato è anche un po’ stato sottovalutato per quello che può dare e può fare nei confronti del Paese». Tanti i temi affrontati nel corso della seconda parte dell’ultima puntata de “L’altra Politica”, il talk de L’altro Corriere Tv. Ospite di Danilo Monteleone e Ugo Floro, la capogruppo in Senato di Italia Viva-Azione, Raffaella Paita.
Sui rapporti con Carlo Calenda, leader di Azione, anche in relazione delle prossime elezioni Europee, la senatrice ha spiegato: «Le ragioni politiche per una frattura sono ragioni quasi inesistenti, nel senso che non ci sono stati dei conflitti, dei contrasti molto profondi. La decisione di rompere il progetto politico del Terzo Polo è stata unilaterale, cioè è stata di Carlo Calenda. Quindi in questo caso non si è trattato di mediare tra due posizioni, quella di Matteo Renzi e Calenda, ma semplicemente di prendere atto che Carlo Calenda ha voluto rompere il percorso con cui ci siamo presentati alle elezioni politiche anche con un risultato notevole. L’auspicio – ha spiegato Paita – è quello che lui non voglia commettere quest’errore nelle elezioni Europee. È noto che alle elezioni Europee si voterà con un sistema proporzionale, in ballo c’è molto perché c’è la possibilità di contrastare l’alleanza tra popolari e conservatori e l’unico modo per contrastarla è avere una forte affermazione del gruppo dei riformisti, quelli che fanno capo a Macron, che è l’insieme di Italia Viva e Azione, quindi non si capirebbe una corsa in solitaria dei due schieramenti. Mi auguro che Calenda rifletta sul momento che stiamo vivendo anche per l’Europa e che voglia dare il suo contributo alla costruzione unitaria di una lista che possa essere davvero competitiva a queste elezioni».
Nel corso della trasmissione spazio all’analisi sulle differenze di vedute che allontanano Italia Viva e Azione. «La differenza che secondo me dal punto di vista politico potrebbe essere più importante tra le due componenti, Azione e Italia Viva, – ha detto Praita – è il tema del garantismo. Lo vediamo anche in queste ore nel dibattito sulla Santanchè. Il punto è che in questo Paese bisogna cominciare ad avere un atteggiamento il più possibile garantista perché le persone sono condannate dopo il terzo grado di giudizio e non è che la politica possa essere sotto schiaffo di inchieste giornalistiche oppure della magistratura. È evidente che ognuno di noi deve fare per bene il proprio dovere, se ci sono delle cose sbagliate devono essere giudicate per quello che sono ma che l’approccio garantista deve contraddistinguere uno schieramento come il nostro. Quindi questa è una differenza diciamo su cui io mi sentirei di fare una sottolineatura.
Sul salario minimo «noi siamo ancora la proposta presentata agli elettori e gli elettori del Terzo Polo, quella proposta stava dentro il programma e contemplava l’idea di un innalzamento del salario minimo a 9 euro circa, poi Calenda, per andare incontro alle esigenze di Schlein e Conte, ha leggermente modificato questa proposta e questa modifica a noi non convince. Noi – ha spiegato la capogruppo in senato di Italia Viva-Azione -siamo della stessa opinione che era scritta nel programma elettorale».
«Macron continua ad essere un riferimento fortissimo dei riformisti in Europa e anche nel nostro Paese», ha ribadito Paita, che ha aggiunto: «Quello che sta succedendo in Francia è qualcosa di molto più complesso rispetto al racconto che viene fatto. Purtroppo il tema dell’integrazione per tanti anni è stato sottovalutato e, nonostante Macron abbia fatto delle cose molto importanti anche nelle periferie, continua ad esserci, ma non riguarda solo la Francia. Noi dovremmo e cercare di avere una politica comune di stampo europeo sul tema dell’immigrazione. Ad opporsi sono proprio i Paesi alleati alla Meloni, alleati ai paesi di Visegrád. Oggi ancora, anche nell’ambito dell’ultimo Consiglio Europeo, non c’è stata la capacità di trovare una sintesi unitaria sul tema dell’immigrazione, lo dobbiamo all’opposizione dei Paesi alleati alla Meloni, figuriamoci cosa potrebbe accadere se vincessero loro le elezioni Europee. Noi come riformisti dobbiamo essere in campo, perché passa attraverso l’affermazione dei riformisti e dei liberali in Europa la possibilità di contrastare un disegno che sarebbe un disegno regressivo per l’Italia».
Tornando alla Calabria spazio poi al tema caldissimo del Ponte sullo Stretto. «Se il governo intende andare avanti sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto mi rallegro perché sono a favore dell’opera, perché penso che sia una grande occasione per il Sud, perché si tratta di un’asse in continuità con una rete europea, perché è un’opera che può aiutare l’economia dei territori attraversati e che può essere sicuramente un volano per la crescita del Meridione, quello su cui sono meno d’accordo è che si faccia della propaganda senza in realtà aver fatto dei veri passi in avanti. Per il momento il governo ha rimesso in pista il vecchio progetto, che ha dei limiti e anche dei vantaggi, però dev’essere aggiornato. Salvini continua a dichiarare che taglierà il nastro a breve, io sono pronta – ha detto Paita – a scommettere che questo non avverrà e non ne sono felice, anzi, piuttosto che impiegare tempo a emanare comunicati e a fare propaganda, se fossi in Salvini lavorerei per cercare di aggiornare il progetto, farlo autorizzare e poi aprire davvero i cantieri. Se sarà in grado di fare questo faremo un applauso. Se non sarà in grado di fare questo ci proporremo come la forza capace davvero di realizzarlo il ponte sullo Stretto di Messina». (redazione@corrierecal.it)
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