ROMA «Stiamo lavorando anche di notte. L’obiettivo è chiudere il cerchio identificando i soggetti che possano portarci alla verità. Li stiamo cercando uno a uno». Così a Repubblica Stefano Benvenuto, avvocato della 22enne che ha denunciato Leonardo La Russa. Il legale è stato a Roma, per cercare nell’ambiente “della movida”.
Alla domanda se sia in cerca anche del dj, il presunto secondo ragazzo, Benvenuto preferisce non rispondere. La ragazza, racconta, «è ancora sconvolta. Ha ventidue anni, aveva paura a esporsi, ma anche vergogna a raccontare fatti personali. L’ho rassicurata dicendole che l’Italia si basa sulla parità tra uomo e donna, uno dei principi cardine della Costituzione. Se una ragazza ha subìto, è giusto che debba sapere la verità».
Rispetto a La Russa «come padre, lo capisco. Però è anche presidente del Senato. Dal punto di vista istituzionale non può fare quelle dichiarazioni. La violenza sessuale non c’è solo in caso di costrizione, ma anche se si abusa di condizioni di inferiorità psicofisica». Inoltre «è stato lo stesso legislatore, non molto tempo fa, ad aver voluto ampliare il tempo utile per le querele di violenza sessuale».
Mettendo l’accento all’uso di cocaina da parte della giovane «ha fatto una cosa contraria agli obblighi» della Convenzione di Istanbul. Avendo poi affermato di avere visto la ragazza nel letto del ragazzo «è diventato un testimone del processo. Ora io non ho più necessità di dimostrare la presenza della ragazza nella loro abitazione: lo ha fatto lui».
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