CATANZARO «La Regione Calabria sta procedendo speditamente a gettare le basi per il Piano di dimensionamento della rete scolastica e programmazione dell’offerta formativa per il prossimo triennio». Ad annunciarlo è Giusi Princi, vicepresidente della Giunta regionale con delega all’Istruzione, a margine della positiva doppia interlocuzione avuta sia con i sindacati del comparto Scuola, sia con i presidenti delle Province calabresi e Città Metropolitana di Reggio Calabria . Oltre al vicepresidente della Regione, al tavolo di confronto anche il direttore dell’USR, Antonella Iunti, insieme al suo vicario dirigente ATP di Reggo Calabria, Antonino Cama, ed il dirigente del settore Istruzione, Anna Perani; nel corso delle riunioni sono stati illustrati gli indirizzi regionali e le linee guida operative del dimensionamento scolastico, a supporto dei Comuni e delle Province nell’adozione delle decisioni di competenza». «Abbiamo predisposto – spiega Princi – indirizzi a salvaguardia delle aree interne e di quelle realtà laddove maggiore è il tasso di dispersione e di abbandono scolastico o con situazioni di svantaggio socio-economico, in cui registriamo bassi livelli apprenditivi negli studenti. D’altronde, attraverso lo strumento dell’Osservatorio per il Diritto allo Studio, fortemente voluto dal Dipartimento Istruzione guidato dal direttore Maria Francesca Gatto, ciascun Comune nell’elaborare la propria offerta formativa e definire la propria rete scolastica potrà avere in tempo reale una lettura georeferenziata del territorio, e quindi avere contezza degli indicatori di vivibilità dell’area considerata: tasso di dispersione scolastica, svantaggio socio economico del contesto, povertà educativa, rete dei trasporti da cui si evinca come ogni realtà sia servita dai mezzi pubblici». «Con Sindacati e Istituzioni abbiamo condiviso quanto importante sia garantire maggiori opportunità dove più evidenti sono le deprivazioni culturali. Sulla base del numero di autonomie (281) assegnate dal Ministero alla Regione Calabria – afferma il vice di Roberto Occhiuto – è stata effettuata una distribuzione su base provinciale rapportata alla popolazione scolastica, alla densità abitativa di ciascun territorio ed agli sviluppi demografici previsti nel prossimo triennio». I criteri inseriti nel documento ed a cui si dovranno attenere gli Enti nella proposta regionale di riorganizzazione della rete scolastica sono i seguenti: nelle aree ad alta densità, in particolare nei comuni capoluogo e nei comuni superiori a 15mila abitanti, si può tendere a costituire / mantenere istituti scolastici con un numero di almeno mille alunni; nelle aree scarsamente popolate, nelle aree interne e nelle aree periferiche, che si caratterizzano per condizioni di particolare isolamento, si può tendere a costituire / mantenere istituti scolastici con un numero di almeno 600 studenti. «Pertanto, ferme restando l’osservanza del numero di autonomie assegnate a ciascuna realtà provinciale e il rispetto da parte delle amministrazioni del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA loro assegnato – precisa Princi – Province e Città metropolitana potranno applicare un criterio compensativo per cui sarà possibile mantenere o costituire autonomie con un numero differente di alunni rispetto ai parametri numerici sopraindicati: superiori o inferiori a 600 per tutelare territori particolarmente fragili dal punto di vista socio-economico, isolati e inaccessibili; realtà scolastiche superiori alle 1000 unità, invece, nelle aree altamente popolate». «Dopo l’avallo delle componenti che oggi abbiamo coinvolto – conclude il vicepresidente con delega all’Istruzione – prossimo step sarà portare il documento in Giunta regionale per poi completare l’iter di approvazione nella opportuna sede di Commissione del Consiglio regionale. Intanto è ampia la soddisfazione di tutti per essere riusciti a trovare la quadra sul dimensionamento regionale in tempi celeri, per avere rivendicato, attraverso le linee guida, la necessità di salvaguardare le realtà scolastiche di quelle aree periferiche e interne che insistono in territori, socialmente, culturalmente ed economicamente depresse. Una Regione che cambia passo, quella Calabria, voluta dal Presidente e da tutta la giunta Occhiuto, che rende centrale il diritto allo studio e gli interessi del mondo scuola garantendo a tutti gli studenti, di tutte le aree geografiche della regione, le medesime opportunità formative e le stesse sollecitazioni culturali».
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