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gaetano megna

Crotone, si complica il rapporto tra amministrazione comunale e il presidente di Akrea

Al management della società in house è attribuita la responsabilità di aver fomentato i lavoratori per lo stato di agitazione

Pubblicato il: 12/07/2023 – 18:12
di il caso
Crotone, si complica il rapporto tra amministrazione comunale e il presidente di Akrea

CROTONE Si complica il rapporto tra l’amministrazione comunale di Crotone e il presidente dell’Akrea, Antonio Bevilacqua. Al presidente dell’Akrea, società in house del Comune pitagorico, verrebbe attribuita la responsabilità di avere fomentato i lavoratori in occasione della proclamazione dello stato di agitazione e dell’astensione dal lavoro le domeniche e i giorni festivi. Una decisione che, ufficialmente, è stata presa all’unanimità nel corso di un’assemblea sindacale e trasmessa alla proprietà (Comune di Crotone) con una nota firmata dalla Rappresentanza sindacale aziendale (Rsa). Gli unici a non avere firmato quel documento sono stati la Cgil e la Flaica. Secondo quanto si racconta nel palazzo comunale dietro la decisione dei lavoratori ci sarebbe quindi Bevilacqua che, dal canto suo, nega. Evidentemente l’amministrazione non crede alla sua innocenza e, quindi, avrebbe pensato di sollevarlo dall’incarico. Si racconta, infatti, che il sindaco Vincenzo Voce abbia detto ai suoi: “Questo lo caccio”. Ufficialmente, però, non ci sono atti o dichiarazioni che confermano il proposito. Cacciarlo, comunque, non è per niente facile perché ha un contratto che va rispettato ein caso di rescissione senza giusta causa, scatterebbe il ricorso e Bevilacqua dovrebbe essere pagato sino alla conclusione del contratto. A questo punto, però, si starebbe valutando l’opportunità di fare dimettere gli altri membri del consiglio di amministrazione per provocare la caduta di tutto il Cda, compreso il presidente. Questo almeno è il racconto che si fa nel palazzo comunale.

Negli uffici di Akrea diversa narrazione

All’Akrea la rappresentazione dei fatti è diversa:si dice che il Comune abbia in mente di rinunciare alla proprietà dell’Azienda per passarla “a qualche privato”. Le divergenze ufficiali tra l’amministrazione comunale e l’Akrea si basano sui mancati riconoscimenti economici, che l’Azienda vanterebbe. Il Comune versa all’Akrea un canone mensile di circa 500.000 euro. Alcune volte in ritardo, come è successo in questo periodo. Il ritardo ha comportato lo slittamento della data del pagamento degli stipendi, prevista per lo scorso 5 luglio, e della 14 mensilità. Il ritardo è stata ufficialmente la causa che ha determinato la proclamazione dello stato di agitazione. Con i 500.000 mila euro che incassa mensilmente dal Comune, l’Azienda paga gli stipendi, i contributi, il fitto dei mezzi(27.000 euro al mese) e altro. I soldi della rata mensile non bastano comuqnue a coprire tutte le spese, tanto è vero che l’Azienda chiude il bilancio con una perdita di oltre 700.000 euro.

“Non riconosciuti i servizi richiesti dal Comune”

Nelle annualità 2019, 2020, 2021 sono stati fatturati 1.350.000 euro per attività riguardanti il verde pubblico. Si tratta di attività aggiuntive, che non rientrano nelle spese coperte con il canone mensile. Il Comune non ha riconosciuto l’intero importo ed ha pagato solo 800.000 euro, dopo una transizione. Sempre nel 2021 l’assemblea dei soci (il Comune) ha deliberato di assumere 18 lavoratori ex Akros. Sono aumentati gli stipendi da pagare, ma il canone è rimasto lo stesso. L’altra voce, secondo quanto si racconta in Akrea, che pesa sui debiti riguarda il pagamento della bolletta alle piattaforme, dove vengono conferiti i rifiuti differenziati. Metà della somma non è stata pagata. Si racconta che il precedente amministratore, Gianluca Giglio, abbia utilizzato i fondi del Tfr per sanare le perdite e ora le casse sarebbero vuote. Attualmente con le piattaforme il debito è di circa 600.000 euro. Costa anche il servizio della bonifica delle numerose discariche abusive e a cielo aperto, che l’Akrea è spesso chiamata ad eliminare. C’è da dire, inoltre, che la pianta organica richiederebbe altre assunzioni, che non vengono autorizzate per una questione economica. I dipendenti attuali sono 104 e di questi solo 90 possono essere impegnati nelle attività, perché gli altri sono soggetti portatori di patologie acclarate. Nell’ultimo anno sono andati in pensione in 15 e non sono stati sostituiti.

“Rd aumentata senza un riconoscimento economico”

Dal giugno del 2022 allo stesso mese del 2023 c’è stato un aumento della raccolta differenziata del 10%: si è passati dal 20 % al 30%. Anche di fronte a questo risultato, secondo quanto si racconta in Akrea, il Comune non ha fatto nessuno sforzo e continua a dire che per l’acquisto dei mezzi deve provvedere l’Azienda. Questo vale anche quel milione di euro che chiede la ditta Omnitech, che ha fornito 23 mezzi per la raccolta differenziata. I fondi dovrebbero arrivare dalla Regione (Pon), ma non vengono ancora erogati perché non è stata raggiunta la percentuale di raccolta differenziata prevista dal progetto datato 2015. Il contenzioso tra l’Akrea e la proprietà riguarda chi dei due deve anticipare le somme. Il Comune indica l’Akrea e l’Azienda risponde: “Noi siamo il soggetto attuatore mentre il Comune è nello stesso tempo la proprietà e il beneficiario del servizio”. Toccherebbe, quindi, al Comune anticipare e coprire le spese. Dal canto suo l’ente guidato da Voce chiede all’Akrea i livelli previsti dal Conai. L’Akrea replica che i costi del servizio del Conai richiederebbero almeno 9 milioni di euro all’anno, a fronte di poco più dei 6 milioni attualmente contrattualizzati con la proprietà. Non vengono forniti all’Azienda le attrezzature necessarie per la raccolta differenziata e non è stato concesso un milione di euro di fondi Eni che, secondo alcuni rappresentanti di Akrea, era stato promesso per risanare l’azienda. Sono tanti i motivi di scontro e in prospettiva non si prevedono possibilità di accordo. Sembra proprio un cane che si morde la coda.

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