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Fondazione Betania, il Tribunale di Catanzaro dichiara l’apertura del fallimento

La sentenza arriva dopo l’istanza di fallimento proposta da Ristorart. Per i giudici l’ente è in una «situazione di dissesto conclamato»

Pubblicato il: 14/07/2023 – 19:12
di Pablo Petrasso
Fondazione Betania, il Tribunale di Catanzaro dichiara l’apertura del fallimento

CATANZARO Il Tribunale di Catanzaro ha dichiarato «l’apertura della Liquidazione giudiziale (la procedura che sostituisce il fallimento, ndr) di Fondazione Betania onlus (…) esercente, tra l’altro, l’attività di gestione di strutture sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali». La decisione è arrivata venerdì 14 luglio e segue una istanza di fallimento proposta da Ristorart Toscana che lamentava il «mancato pagamento della somma complessiva di 209mila euro relativa a tre fatture emesse per prestazioni eseguite in favore della Fondazione». Il nodo legale della vicenda è la natura giuridica della Fondazione: dichiarandosi una onlus, Fondazione Betania ha sempre ritenuto di non poter essere sottoposta a una procedura di fallimento. Nel giudizio, però, ha prevalso la tesi sostenuta dal legale di Ristorart Massimo Gallo, secondo la quale Betania sarebbe una onlus soltanto dal punto di vista fiscale, ma in realtà si comporterebbe come qualsiasi attività commerciale. E, dunque, può essere sottoposta a procedura di liquidazione giudiziale. Si chiude così una storia iniziata nel 1944, con la nascita dell’ente impegnata nei servizi sanitari, socio-sanitari, socio-assistenziali e di prossimità con strutture nelle province di Catanzaro e Vibo Valentia. 

Cartelle esattoriali e avvisi di addebito per oltre 1,7 milioni di euro

Nella sentenza, il Tribunale di Catanzaro giunge «alla conclusione che il mancato pagamento delle fatture emesse da Ristorart Toscana s.r.l. sia proprio la manifestazione esteriore del fatto che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. Oltre al credito vantato dalla ricorrente, è indicativo di una situazione di dissesto conclamato (in luogo di uno stato di crisi) anche l’ingente debito erariale: dall’istruttoria compiuta d’ufficio è infatti emerso come vi siano crediti portati da cartelle esattoriali e avvisi di addebito, scaduti e dunque esigibili, che al netto di sospensioni e rateazioni ammontano a oltre 1 milione e 700 mila euro». D’altra parte la Fondazione «non contesta la debenza dei debiti erariali, mentre il fatto che la stessa vanti rilevanti crediti nei confronti di enti pubblici (Regione Calabria e Comune di Catanzaro) non vale ad elidere la sussistenza dei propri debiti nei confronti dell’erario e degli istituti previdenziali». 

I crediti nei confronti di enti pubblici con remote aspettative di recupero 

Gli elementi emersi sono, per il Tribunale, «ampiamente sintomatici dello stato di insolvenza; ad ogni modo, che si tratti di inidoneità solutoria strutturale del debitore e non di una mera temporanea impossibilità di regolare adempimento delle obbligazioni assunte è ricavabile anche dalla lettura dei bilanci in atti laddove, già dal 2019, veniva evidenziata la situazione di squilibrio economico e la connessa impellente esigenza di una forte immissione di liquidità, unitamente al fatto che anche gli esercizi successivi si sono conclusi in perdita. Tali elementi portano a ritenere che la fondazione non sia in grado di produrre beni o servizi con margine di redditività da destinare alla copertura delle relative esigenze – prima tra tutte l’estinzione dei debiti, mentre il realizzo dei rilevanti crediti iscritti in bilancio, vantanti nei confronti di soggetti pubblici, appare fortemente improbabile, come si evince dal piano di concordato minore, ove, in modo esplicito, si dichiara la difficile esigibilità degli stessi, perdurando da anni la difficoltà della loro riscossione e rendendo ormai remote le aspettative di recupero; ne consegue che tali crediti non potrebbero essere adoperati per estinguere tempestivamente i debiti della Fondazione». (p.petrasso@corrierecal.it)

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