TRENTO È attesa per il 21 luglio la sentenza, in Corte d’assise a Trento, per il processo “Perfido”, il primo procedimento giudiziario per le presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel tessuto economico del porfido. Lunedì il dibattimento riprenderà con la parola ai legali delle parti civili.
Nella sua requisitoria la pm Maria Colpani ha parlato di «grave inquinamento del tessuto economico del territorio», di comportamenti volti a «depredare la ricchezza del territorio» e del «danno derivante dall’infiltrazione politica».
Su quest’ultimo aspetto la pm ha posto l’accento a partire proprio dal «deserto delle elezioni» a Lona-Lases, che per la terza tornata elettorale è rimasta senza sindaco e consiglio comunale, affermando di essere rimasta «impressionata» nel vedere un servizio televisivo con le persone che «scappavano quando il giornalista si avvicinava per chiedere qualche cosa su queste elezioni amministrative».
Per Walter Ferrari, membro del Coordinamento lavori porfido, da anni in prima linea per chiedere giustizia, «questo ci pare sufficiente a motivare la nostra ferma richiesta di una Commissione d’accesso per Lona-Lases, così come richiesto da noi, dal consigliere provinciale Alex Marini del Movimento 5 Stelle, dall’ex vice presidente della Commissione parlamentare antimafia della XVII legislatura Luigi Gaetti e dall’ex presidente della stessa Commissione della scorsa legislatura Nicola Morra».
Per questi motivi e per sostenere le ragioni dei tre operai cinesi che si sono costituiti parte civile, rappresentati dall’avvocato Sara Donini, il Coordinamento lavori porfido lunedì alle 8.30 sarà presente davanti al tribunale in concomitanza con la ripresa delle udienze e l’intervento delle parti civili. «Analoga iniziativa faremo il 21 luglio e pure presso la mensa degli operai del porfido di Albiano nei prossimi giorni, rinnovando il nostro sostegno e le nostre proposte in merito alla vertenza contrattuale in corso», aggiunge Ferrari.
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