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Dalla visione “ospedale-centrica” alle strutture di “prossimità”: così si configura la sanità territoriale in Calabria

Nella programmazione della nuova rete si prevede il potenziamento dell’offerta sui territori con le Case e gli Ospedali di Comunità e le Cot

Pubblicato il: 16/07/2023 – 15:22
Dalla visione “ospedale-centrica” alle strutture di “prossimità”: così si configura la sanità territoriale in Calabria

CATANZARO «Una moderna organizzazione sanitaria deve assegnare al territorio e ai servizi territoriali sanitari e sociosanitari un ruolo preminente nella efficiente gestione della domanda di salute dei pazienti cronici e con multicronicità, riservando alle interazioni con le strutture ospedaliere, spoke ed hub, la gestione delle acuzie, dei livelli complessi internistici e chirurgici». In queste parole si condensa il passaggio dalla visione “ospedale centrica” alla prospettiva delle reti e dei percorsi tracciato dalla struttura commissariale e incentrato sulla nuova rete territoriale della sanità calabrese. La nuova offerta territoriale predisposta con il decreto 197 del commissario Roberto Occhiuto ipotizza un sistema fondato sulle strutture di prossimità, che nella programmazione dovranno prendere forma in 67 “Case della Comunità” (41 hub e 26 spoke), in 20 “Ospedali di Comunità” e in 21 Centrali operative territoriali (Cot), finanziati dal Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) del Pnrr sottoscritto tra Regione e ministero nel maggio 2022. Al fondo, un potenziamento dell’offerta di assistenza territoriale che per la residenzialità (Posti Letto) passa da 3.830 a 6.951, per la semi-residenzialità e prestazioni ambulatoriali passa da 2.531 a 4.550 e ipotizza 13.856 prestazioni ambulatoriali di nuova istituzione. «Occorre puntare – si legge ancora nel piano della nuova rete territoriale –  sullo sviluppo della sanità territoriale, comunque strettamente correlata con il livello ospedaliero di assistenza e fortemente integrata con le azioni socio tutelari delegate (ex legge 328/2000) ai comuni. Investire sulla sanità territoriale significa ridurre la spesa ospedaliera inappropriata e migliorare, attraverso un sempre maggiore ricorso alla domiciliarità e all’innovazione tecnologica, la compliance dei cittadini di fronte alle condizioni di patologia cronico-degenerativa. Analogamente, se non addirittura in maggiore misura, se si “investe” in prevenzione si riduce la spesa sanitaria tout-court, ospedaliera e territoriale».

Le Case della Comunità

Il primo perno del nuovo sistema è individuato nella Casa della Comunità (CdC), definita nel Dm 77/2022 “il luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, sociosanitaria a valenza sanitaria e il modello organizzativo dell’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento. Il modello organizzativo è improntato all’integrazione e alla multidisciplinarietà, al fine di rendere concreta l’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento”. Il progetto delle Case della Comunità (che si integra con quello delle sei “Case della salute” individuate nel 2017, San Marco Argentano, Cariati, Chiaravalle, Mesoraca, Scilla e Siderno, «consente di potenziare e riorganizzare – si precisa nel piano – i servizi sociosanitari sul territorio, migliorandone la qualità. Il progetto di investimento consiste nella creazione e nell’avvio di strutture sanitarie che consentano l’attivazione, lo sviluppo e l’aggregazione di servizi di assistenza di base e la realizzazione di centri di assistenza per una risposta integrata alle esigenze di assistenza». Le 61 Case della Comunità previste nella Regione Calabria – è poi evidenziato – «dovranno essere dotate di attrezzature tecnologiche, al fine di garantire parità di accesso, prossimità territoriale e qualità dell’assistenza alle persone indipendentemente dall’età e dal loro quadro clinico (malati cronici, persone non autosufficienti che necessitano di assistenza a lungo termine, persone affette da disabilità, disagio mentale, povertà), mediante l’attivazione, lo sviluppo e l’aggregazione di servizi di assistenza primaria, e la realizzazione di centri di erogazione dell’assistenza (efficienti sotto il profilo energetico) per una risposta multi professionale». Le Cdc sono previste, con riferimento al territorio dell’Asp di Catanzaro, a Catanzaro, Catanzaro, Sersale, Taverna, Curinga, Lamezia Terme, Nocera Terinese, San Mango d’Aquino, Soverato, Squillace, Badolato, Chiaravalle; con riferimento al territorio dell’Asp di Cosenza a Casali del Manco, Spezzano della Sila, Cosenza, Parenti, Bisignano, Luzzi, Montalto Uffugo, Torano Castello, Rende, Mormanno, Lungro, Roggiano Gravina, San Marco Argentano, Cassano Jonio, Rocca Imperiale, Villapiana, San Girogio Albanese, Crosia, Longobucco, Cariati, Amantea, Cetraro, Scalea, Verbicaro; per l’Asp di Crotone a Crotone, Mesoraca, Caccuri, Isola Capo Rizzuto, Verzino, Cirò Marina, Rocca di Neto; per l’Asp di Vibo Valentia a Filadelfia, Nicotera, Mileto, Soriano Calabro, Serra San Bruno; per l’Asp di Reggio a Scilla, Bagnara, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Montebello Jonico, Roghudi, Reggio Calabria, Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Sant’Alessio in Aspromonte, Siderno, Antonimina, Gioiosa Jonica, Bovalino, Caulonia, Monasterace, Rosarno, Cinquefrondi, Palmi, Taurianova.

Centrali Operative Territoriali

La programmazione regionale della nuova rete territoriale prevede poi 21 Centrali Operative Territoriali (Cot) che – si aggiunge – «costituiranno uno strumento organizzativo innovativo che svolgerà una funzione di coordinamento della presa in carico del cittadino/paziente e raccordo tra servizi e soggetti coinvolti nel processo assistenziale nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete di emergenza-urgenza». Si prevede di realizzare nuove costruzioni o di ristrutturare edifici esistenti, secondo il seguente riparto territoriale: Corigliano-Rossano (Au Rossano) Distretto Ionio Sud, Corigliano-Rossano (Au Corigliano) – Distretto Ionio Nord, Cosenza Distretto Cosenza Savuto, Rende (Quattromiglia) – Distretto Valle Crati, Paola Distretto Tirreno, Castrovillari Distretto Esaro Pollino, Cosenza Via degli Stadi, Crotone Poliambulatorio, Mesoraca Località Campizzi, Botricello Nuova Costruzione, Catanzaro Distretto, Soverato Nuova Costruzione, Lamezia Terme Distretto, Pizzo Struttura Sanitaria, Nicotera Via Filippella snc, Locri Saub, Palizzi Struttura Sanitaria, Reggio Calabria Poliambulatorio (ex Inail), Bagnara Calabra Poliambulatorio, Cardeto Palazzo Municipale, Taurianova Poliambulatorio.

Ospedali di Comunità

Ultimo perno l’Ospedale di Comunità, struttura sanitaria della rete territoriale a ricovero breve e destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata (di norma è dotata di 20 posti letto – max 40 posti letto – ed è a gestione prevalentemente infermieristica): in pratica l’Ospedale di Comunità è la struttura territoriale di ricovero che svolge una funzione intermedia tra l’ospedale e il domicilio del paziente. Il piano regionale prevede 20 Ospedali di Comunita, secondo il seguente riparto territoriale: Badolato, Botricello, Girifalco, Soveria Mannelli (Asp Catanzaro), Cariati, Cassano Jonio, Cosenza, Lungro, Mormanno, Rogliano, San Marco Argentano, Scalea, Trebisacce (Asp Cosenza), Mesoraca (Asp Crotone), Bova Marina, Cittanova, Gerace, Oppido Mamertina (Asp Reggio), Soriano Calabro, Tropea (Asp Vibo). (c. a.)

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