CATANZARO Il richiamo contro «l’avidità e l’egoismo» e contro «i terremoti che colpiscono la nostra convivenza civile intrappolando le nostre terre in forme di immobilismo nefasto» e l’auspicio-appello alle istituzioni a manifestare «vicinanza e sostegno» alla Fondazione Betania in crisi ricordando l’alto servizio assistenziale e sociale che questa realtà svolge: sono questi i passaggi più significativi dell’omelia dell’arcivescovo metropolita di Catanzaro, monsignor Claudio Maniago, in occasione della festa di San Vitaliano, il patrono del capoluogo.
Monsignor Maniago osserva: «Nel celebrare con gioia la solennità del nostro Santo Patrono che sentiamo vicino a condividere le nostre gioie e soprattutto ad aiutarci nelle nostre fatiche, non possiamo oggi non avere un particolare ricordo per la Fondazione Betania, realtà così importante e benemerita nella storia della nostra Diocesi e del nostro territorio. Purtroppo la Fondazione sta vivendo da tempo una situazione di difficoltà conseguenza di molteplici contingenze negative. Da tempo ci si sta prodigando per riportare la Fondazione a offrire il servizio degno della sua storia e dello spirito che l’ha sempre animata: purtroppo in questi giorni, il Tribunale di Catanzaro ha dichiarato “l’apertura della Liquidazione giudiziale” per Fondazione Betania. In questo giorno così importante per noi voglio esprimere la mia preoccupazione per gli ospiti delle strutture, e manifestare tutta la mia vicinanza e solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della Fondazione per il sacrificio fin qui sostenuto insieme alle loro famiglie per superare questo momento così difficile e al Consiglio di amministrazione insieme a tutti i collaboratori che con estenuante impegno si stanno prodigando per questa importante realtà del nostro territorio. Auspico in particolare – prosegue l’arcivescovo di Catanzaro – che le istituzioni che hanno sempre riconosciuto alla Fondazione Betania la validità del servizio svolto nell’ambito socio sanitario, affidando alle sue strutture la realizzazione di molti progetti a servizio dei più fragili, manifestino la loro vicinanza e il loro sostegno in questo momento di difficoltà. Tutti dobbiamo accompagnare questa benemerita Fondazione con la nostra preghiera, perché i passi che l’attendono si muovano nel rispetto della giustizia certo, ma anche di una grande storia di servizio e soprattutto con attenzione e cura di tutte le persone coinvolte nella sua attività».
Monsignor Maniago sottolinea ancora nella sua omelia che «sentiamo ancora di aver bisogno del nostro Santo Patrono e ci rivolgiamo nuovamente al nostro San Vitaliano innanzi tutto per invocare da Lui protezione contro terremoti e pestilenze. E nella nostra preghiera non pensiamo a chissà quali cataclismi o terribili punizioni divine, ma piuttosto pensiamo ai disastri naturali spesso procurati dall’incuria umana che inquina e ferisce con diffusa leggerezza la casa comune e magari si lamenta degli sconvolgimenti climatici e del diffondersi di certe letali patologie, pensiamo alla peste dell’avidità e dell’egoismo che calpesta la vita di tutti pur di raggiungere ricchezze materiali e potere, pensiamo ai terremoti che colpiscono la nostra convivenza civile e che si susseguono nella nostra società, abbattendo la solidità dei principi civili e religiosi che ne fondano l’esistenza e intrappolando soprattutto le nostre terre in forme di immobilismo nefasto che ne impedisce un sano sviluppo a beneficio di tutti; pensiamo alla pestilenza della violenza che in varie forme, fisiche e morali, da quelle eclatanti come la guerra e le guerre della malavita, a quelle più quotidiane come i femminicidi e l’arroganza sfacciata delle varie gangs che infestano le periferie, e a quella violenza che priva della dignità, del futuro e spesso anche della vita, tante persone, soprattutto giovani, donne, persone fragili; pensiamo alle pestilenze che inquinano le nostre relazioni, facendo affogare nel mare di chiacchiere e calunnie, di risentimenti e rancori, la ricchezza e la fecondità della fraternità umana che sola può garantire una convivenza giusta e solidale. Di tutte queste e altre pestilenze, di questi e altri terremoti che insidiamo il nostro tempo chiediamo a San Vitaliano di liberarci».
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