Ultimo aggiornamento alle 18:53
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

l’inchiesta

La rete “straniera” per il narcotraffico e l’intervento dei Bellocco: «Gli albanesi hanno vita breve»

Un testimone racconta i metodi per la distribuzione nel Catanzarese: «Prima tappa a traversa Isonzo». Il “consiglio” della cosca di Rosarno

Pubblicato il: 17/07/2023 – 12:28
La rete “straniera” per il narcotraffico e l’intervento dei Bellocco: «Gli albanesi hanno vita breve»

CATANZARO Due inchieste parallele sul narcotraffico in provincia di Catanzaro condotte dai carabinieri della Compagnia del capoluogo e della Compagnia di Girifalco. Con lo stesso canale per l’approvvigionamento di eroina, l’Albania, lo smistamento al porto di Bari e poi una logistica organizzata per far arrivare la droga in Calabria. L’inchiesta della Procura di Catanzaro che ha portato oggi  all’arresto di 14 persone (gli indagati sono 78) ha illuminato, scrive il gip, «la sussistenza di due gruppi criminali organizzati, entrambi di nazionalità albanese, che si avvalgono in loco di sodali italiani». Uno dei capi è Arkez Dibrani, detto “Zio”, l’altro un soggetto non identificato detto “Rob”. Entrambi guidano i traffici dall’Albania ed entrambi «sono risultati operare in contemporanea nel territorio calabrese e in particolare nella zona di Girifalco, agendo autonomamente, anche in posizione concorrenziale e a volte incrociando il loro agire». 

Muca «inserito nel traffico internazionale di droga»

Samuel “Ermal” Muca avrebbe avuto, per i magistrati, un «ruolo fondamentale» nell’associazione. Organizzatore del business e della distribuzione degli stupefacente tra la Puglia e la Calabria. Mica – per il quale i fatti di indagine si riferiscono agli anni 2014 e 2015 – è stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Bari per reati della medesima specie il 18 gennaio 2018. L’operazione Shefi, secondo il giudice per le indagini preliminari, avrebbe «accertato come l’odierno indagato fosse perfettamente intraneo nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti».

Muca «inserito nel traffico internazionale di droga»

«La prima tappa si fa a traversa Isonzo a Catanzaro»

Una rete che fa capo all’Albania con referenti locali per lo spaccio non passa inosservata in Calabria. Le dichiarazioni di uno degli indagati – fermato nel giugno 2015 – confermano i sospetti degli inquirenti sulla rete del narcotraffico e svelano possibili contrasti con cosche locali interessate al mercato. L’uomo, fermato da due carabinieri in borghese, consegna il carico che porta con sé – 27 dosi di eroina – e poi rende dichiarazioni spontanee. Illustra il sistema utilizzato per evitare i controlli e nascondere la droga. «Samuel Muca – spiega – farebbe giungere l’eroina a destinazione per il tramite di corrieri sempre diversi. Quando arriva il corriere, la prima tappa è quella di traversa Isonzo di Catanzaro ove consegnano parte della sostanza a soggetti di etnia rom (…) poiché loro pagano l’acquisto di grossi quantitativi di eroina in contanti e subito e ciò consente a Muca di pagare nell’immediatezza i corrieri che, in caso contrario, non scaricherebbero la merce. La seconda tappa è effettuata a Borgia, presso l’abitazione di una persona di circa 65 anni, che io non conosco, che dietro corrispettivo mensile superiore ai 1.000 euro custodirebbe la restante parte della sostanza». 

La “richiesta” dei Bellocco: «Gli albanesi avranno vita breve»

Il referente per la distribuzione della droga nel Catanzarese avrebbe raccontato al “collega” anche i rischi connessi allo smercio. L’attività degli albanesi, infatti, non sfugge alle cosche calabresi. E infatti l’uomo confida «che era stato costretto a rompere i rapporti con Samuel Muca poiché dei referenti del clan Bellocco di Rosarno, dopo essersi recati da lui, gli avevano imposto di acquistare da loro l’eroina invece che dagli albanesi a fronte di un maggiore guadagno anche perché, in caso contrario, ci sarebbero state delle ritorsioni nei suoi confronti. Gli stessi aggiungevano – continua il racconto – che gli albanesi avrebbero avuto vita breve e che era necessario» che il referente «passasse con loro anche perché i carcerati stavano morendo di fame». (ppp)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x