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La riflessione

Stipendi e salari insufficienti per affrontare una vita dignitosa

Nelle settimane scorse alcuni quotidiani hanno riportato in prima pagina la notizia che riguardava i salari dei lavoratori che, mentre in altri paesi europei hanno raggiunto quote soddisfacenti ta…

Pubblicato il: 17/07/2023 – 10:39
di Franco Scrima*
Stipendi e salari insufficienti per affrontare una vita dignitosa

Nelle settimane scorse alcuni quotidiani hanno riportato in prima pagina la notizia che riguardava i salari dei lavoratori che, mentre in altri paesi europei hanno raggiunto quote soddisfacenti tali da garantire una vita dignitosa, in Italia, per molti cittadini, continuano a essere da fame! Non è un caso, infatti, che il nostro Paese sia ultimo in Europa per quanto riguarda le retribuzioni dei lavoratori; una differenza quantificata in un «maestoso meno 7,5 per cento».
Il dato, preoccupante, è stato fornito dall’Ocse, l’organizzazione europea per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che si propone la promozione, a livello europeo, di politiche che possano migliorare il benessere economico e sociale dei cittadini.
Soffermandosi sull’Italia, l’Ocse descrive una condizione peggiore di quella per la quale il Governo Draghi sancì gli aiuti per i lavoratori e fermò le conseguenze deflattive che minacciavano il Paese.
A creare una situazione di allarme sociale contribuiscono oltre all’aumento della spesa energetica, anche il venir meno della rivalutazione delle pensioni. E, di contro, i rincari dei beni di consumo tanto da far alzare l’inflazione sopra la media europea.
Una realtà riguardo alla quale l’attuale Governo sembra sia distratto, non avendone ancora tenuto conto, nonostante la situazione abbia superato la media europea e minaccia di peggiorare nei prossimi mesi. Certo è che tutto sembra interessare più la riduzione del reddito, che a dare un po’ di aiuto alle famiglie che ne hanno bisogno. In un tale quadro, se si escludono i sostegni energetici, spiccano i rincari dei beni di consumo che hanno portato l’inflazione sopra la media europea.
È come se si fosse in presenza di uno stato comatoso determinato oltre che dai salari in declino, anche dalla mancanza di politiche per i giovani. Per non parlare dei contratti collettivi di lavoro che segnano un vero e proprio crollo dei salari, pari a circa l’otto per cento. Situazione unica in Europa.
Tutto ciò avviene senza che il Governo decida di intervenire. Oltretutto non si considera che la metà dei lavoratori ha un contratto scaduto da oltre due anni. Mentre i prezzi al dettaglio aumentano vertiginosamente.
Per fronteggiare la situazione, il Governo non ha saputo pensare di meglio che ad elargire un contributo (una tantum) di 380 euro alle famiglie bisognose, in aggiunta al salario minimo che, per il nostro Paese, è di 9 euro.
Se questo è tutto, qualcuno dovrà spiegare come si fa ad accostare il pane al companatico visto che i prezzi degli alimentari continuano a salire, nonostante le retribuzioni siano ferme e preoccupano i lavoratori. E dire che il salario e la retribuzione, secondo gli economisti, dipendono dall’ opportunità per il lavoratore della rinuncia ad altre occupazioni durante il periodo impiegato per svolgere la propria mansione. Secondo questa teoria, la determinazione del salario, sia per la domanda che per l’offerta, permette anche a questo fattore di assestare il suo prezzo al “valore ottimale”. Ma quale sia il valore ottimale non è dato sapere.
La Corte Costituzionale, nel 2015, dichiarò incostituzionale il blocco delle rivalutazioni delle pensioni avendone riscontrata la «manifesta infondatezza». Ecco perché è importante verificare se le pensioni contengono anche gli arretrati dovuti perché maturati e che spettano per legge a ciascun pensionato.
*giornalista

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