RENDE «Un quadro sconcertante». Il riferimento è alla summa di alcuni episodi finiti nella corposa relazione firmata dalla prefetta di Cosenza Vittoria Ciaramella ed inviata al ministero dell’Interno e con la quale si elencano gli elementi raccolti dalla commissione d’accesso antimafia al Comune di Rende. Chiamati a verificare l’eventuale presenza di condizionamenti o infiltrazioni dei clan nella gestione dell’amministrazione comunale, Antonio Reppucci, Prefetto a riposo, Giuseppe Zanfini, Dirigente del Commissariato di Polizia di Corigliano Rossano, e il Tenente colonnello Dario Pini, Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza, hanno concluso il loro lavoro avviato il 30 settembre 2022 e inviato la corposa relazione alla Prefettura di Cosenza lo scorso 24 marzo 2023.
Il quadro allarmante emerge al termine dell’operazione antimafia denominata “Reset“, coordinata dalla Dda di Catanzaro. Che ha disvelato l’esistenza di una confederazione di ‘ndrangheta operante nel territorio di Cosenza e nell’hinterland, principalmente Rende e Reggiano Gravina. Ai 119 indagati – a vario titolo – viene attribuito il proprio ruolo e il proprio inserimento in una delle articolazioni della confederazione nonostante mantengano un carattere unitario. Nel territorio rendese i gruppi ‘ndranghetistici di riferimento, individuati dalla Distrettuale, fanno capo ai Di Puppo ed ai D’Ambrosio.
Gli interessi si intrecciano tra politica e potere. Nella relazione si citano, più volte, rapporti di cointeressenza legati all’ottenimento di «pacchetti di voto» in cambio di presunti favori e concessioni. Un interesse che traspare, come annotato nella relazione, dalla vicenda che riguarda i lavori sul fiume “Surdo”, «che ha visto il coinvolgimento del sindaco e di un consigliere di maggioranza (con delega alla manutenzione), i quali con più azioni hanno indotto, anche con minacce non troppo velate, un dirigente a liquidare ad impresa riconducibile ad alcuni imprenditori i lavori effettuati, pur nella piena consapevolezza dell’illegittimità del pagamento, stante la palese difformità dei lavori stessi da quanto previsto in determina». Un dato emerso al termine di una serie di captazioni ambientali riportate nella relazione della Commissione d’accesso. Una in particolare, cattura l’attenzione. Il periodo è importante: l’intercettazione viene effettuata a circa un mese dalle consultazioni elettorali amministrative, all’interno dell’ufficio in uso al sindaco e «offre la conferma della piena consapevolezza, da parte dei soggetti coinvolti, circa l’irregolarità dei lavori svolti lungo le sponde del fiume Surdo e la connessa irregolarità della liquidazione dei lavori stessi». A parlare sono il sindaco, un dirigente, un dipendente comunale, un imprenditore ed un consigliere di maggioranza. Qualcuno si rivolge al dirigente e «conferma la sua ferma volontà di ottenere il pagamento integrale dei lavori svolti sul fiume Surdo, giungendo finanche a minacciarlo con la frase: “ne dobbiamo parlare adesso sennò faccio brutto“». Il dirigente viene sollecitato anche dal sindaco «non solo per la liquidazione dei lavori realizzati dall’imprenditore, ma anche per affidargliene altri a seguito del rilascio delle autorizzazioni da parte dell’Autorità di Bacino».
A questa discussione, seguirà un altro colloquio e in questa occasione – come emerso dalla relazione – ed «una nuova intercettazione ambientale nel medesimo ufficio, con interlocuzione ha avuto ad oggetto anche le imminenti consultazioni elettorali del 2019», avrebbe fatto emergere «in maniera evidente, la collusione esistente tra il sindaco e l’imprenditore il quale – dopo avere rappresentato l’eventuale necessità di procedere anche all’acquisto illegittimo di pacchetti di voto in favore del primo, ha espressamente affermato: “…così ce li tiriamo dalla parte nostra…“». Nella medesima occasione, lo stesso imprenditore chiede lumi sulla conferma del pagamento dei lavori lungo le sponde del fiume Surdo e riceve dal sindaco il suo impegno in tal senso: “lo fanno, lo fanno…il lavoro è stato fatto, ma stiamo scherzando? Lo devono fare per forza“».
Nella relazione si annota ancora. «A conferma dell’impegno preso con l’imprenditore, il sindaco, nel pomeriggio dello stesso giorno, con contegno sostanzialmente impositivo, ha chiesto espressamente al dirigente di procedere col pagamento dei lavori». Il dirigente tenta di opporsi illustrando una situazione attinenti ai lavori diversa da quella prospettata, ma non viene ascoltato. Lo stesso «specifica che tutti i lavori previsti in determina non erano stati eseguiti a regola d’arte e che in particolare quelli eseguiti sul fiume “Surdo” avevano causato un danno all’amministrazione comunale, tanto da indurlo ad avviare la procedura per trattenere, sulla somma da corrispondere, quella per il ripristino dei luoghi». L’avvertimento è chiaro, così come la risposta del sindaco che «ha tenuto fermo il suo proposito».
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