LAMEZIA TERME «Siamo a ridosso dell’anniversario della strage di via D’Amelio e, in questo particolare momento storico, parlare di legalità, di antimafia è importante, poi nel nostro territorio è fondamentale» perché non dobbiamo mai dimenticare «qual è il cancro che attanaglia purtroppo questa terra, la nostra economia e tutti quelli che vogliono operare nei vari settori, tra cui soprattutto quello del turismo». Il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, è andato dritto al punto, mettendo a fuoco alcuni degli aspetti cruciali della legalità e della lotta alla ‘Ndrangheta e alla criminalità organizzata, con un occhio al passato: la strage che, il 19 luglio del 1992, è costata la vita al magistrato Paolo Borsellino e a cinque agenti della sua scorta.
L’intervento del procuratore Falvo è arrivato da Montauro in occasione della seconda edizione di “Però parlatene”. Si tratta di una iniziativa antimafia, promossa dall’amministrazione comunale di Montauro, ideata per testimoniare, ancora una volta, l’impegno contro la ‘Ndrangheta. Oltre al procuratore vibonese, presenti tra gli altri il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, Antonio Montuoro, segretario della Commissione regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta. E poi le testimonianze di Gaetano Saffioti e Vincenzo Chindamo e la presenza dei magistrati Gerardo Dominijanni e Graziella Viscomi.
Secondo il procuratore di Vibo Valentia quella di Montauro «è una bellissima iniziativa, tra l’altro, in un comune così piccolo, questo è un ottimo segnale, e dobbiamo fare i complimenti all’amministrazione comunale. Vedo che è anche partecipato, c’è tanta gente e questo ci fa sperare perché vuol dire che il tema è sentito, non è trascurato». Anche perché «non deve essere solamente uno slogan, questa è la cosa più importante. Perché, come diceva Borsellino, bisogna parlarne, ma parlarne nel modo giusto e non solamente nelle occasioni in cui fa comodo celebrare certi avvenimenti del passato che non sono solo passato». (g.curcio@corrierecal.it)
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