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Pressioni della famiglia sul collaboratore Mancuso, ammorbidite le condanne in appello

La famiglia aveva fatto pressioni perché il ragazzo abbandonasse il proposito di collaborare con la giustizia

Pubblicato il: 18/07/2023 – 22:36
Pressioni della famiglia sul collaboratore Mancuso, ammorbidite le condanne in appello

CATANZARO La Corte d’Appello di Catanzaro – presidente Giancarlo Bianchi a latere Giovanna Mastrianni e Carmela Tedesco – ha rideterminato la condanna nei confronti di Giuseppe Salvatore Mancuso in quattro anni e un mese di reclusione (5 anni e 6 mesi in primo grado). Rideterminata la condanna anche nei confronti di Giovannina del Vecchio e Pantaleone Mancuso a un anno e quattro mesi di reclusione. 
Confermata l’assoluzione nei confronti di Desiree Mancuso e assolta anche Rosaria del Vecchio (un anno e 8 mesi in primo grado).
Si tratta del fratello, Giuseppe Salvatore Mancuso, della madre, Giovannina Del Vecchio, del padre, Pantaleone Mancuso, e della zia, Rosaria del Vecchio, del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso che nel 2018 ha deciso di saltare il fosso. Una decisione che ha spinto i familiari a compulsare il ragazzo per farlo desistere dal suo intento, da una lato con le cattive, compresa quella di non fargli vedere la figlioletta appena nata, e dall’altro con le buone: promettendogli che gli avrebbero aperto un bar in Spagna dove sarebbe potuto andare a vivere lontano da tutto.
Un piano che aveva quasi funzionato. Fino a quando l’intento della famiglia Mancuso di riprendersi il ragazzo non è sfumato.
Comminati 10 mesi per l’ex compagna di Emanuele Mancuso, Nensy Vera Chimirri (4 anni in abbreviato) e 2 anni e 2 mesi per Francesco Pugliese.
Ammorbidita una sentenza che tratta il caso molto delicato – e molto discusso – dell’unico componente della cosca Mancuso che si sia mai deciso a cambiare registro, per amore della propria figlia e per darle un futuro migliore, lontano dalle logiche di ‘ndrangheta. (ale. tru.)

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