QUART Sono 1.500 metri quadrati di terreno, che fino a poche settimane fa era diventato una selva, che con le cure della cooperativa “Forrestgump VdA 2.0” e le mani dei ragazzi con disabilità che aiuta a inserirsi nel mondo del lavoro diventeranno un frutteto. Ieri sera, alla presenza del sindaco di Quart, Fabrizio Bertholin, e del presidente della coop Forrestgump, Roberto Grasso, il terreno è stato consegnato ai ragazzi. Con due appartamenti, il terreno è stato confiscato alla ‘ndrangheta.
«Abbiamo fatto questa consegna dei beni senza particolari cerimonie, con un piccolo evento “in famiglia” per mettere in luce le attività che i ragazzi con impegno stanno già svolgendo», dice il sindaco Bertholin.
“Forrestgump VdA” avrà in gestione i terreni per i prossimi 10 anni e li coltiverà perseguendo le proprie finalità sociali. Il percorso per la confisca dei beni è stato lungo: a maggio 2013, il Tribunale di Aosta ha emesso il decreto di confisca; a febbraio 2016 è iniziato l’iter amministrativo. A febbraio 2017 c’è stato lo sgombero coatto dei beni ancora utilizzati e occupati.
Ad agosto 2021, l’Agenzia nazionale dei beni confiscati ha comunicato al Comune di Quart la disponibilità degli immobili «qualora il Comune ne facesse richiesta». Dopo una manifestazione d’interesse, il terreno e i due appartamenti sono stati assegnati a Quart la vigilia di Natale del 2021. È seguito un avviso pubblico per l’assegnazione a uso gratuito del terreno, destinato ad associazioni con finalità sociali.
Dopo una lunga fase di istruttoria e di verifica dei requisiti, a fine marzo di quest’anno c’è stata l’assegnazione definitiva alla cooperativa. A Quart, sono aperti altri due progetti. In uno dei due alloggi confiscati, è partito da pochi giorni un servizio di tata familiare, della cooperativa “La Libellula”. Il secondo appartamento, grazie a una convenzione tra il Comune di Quart e la Regione Valle d’Aosta, sarà oggetto di un progetto “housing first” per l’avvio di percorsi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone in condizione di marginalità e a rischio di esclusione sociale, finanziato con fondi del Pnrr. «Quello di oggi è solo il primo passo del cammino verso la restituzione di questi beni alla collettività- conclude Bertholin -. A completamento di tutto il progetto ci piacerebbe fare un’unica grande cerimonia di inaugurazione, in cui coinvolgere i vari attori che hanno contribuito alla realizzazione di questi progetti».
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