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La protesta dei tirocinanti a Lamezia. «Senza diritti da 10 anni, pronti a bloccare la Calabria»

I manifestanti dell’Usb raggiungono i binari della ferrovia lungo la statale 280 e poi l’aeroporto. «Appesi a un contratto in cambio di voti»

Pubblicato il: 20/07/2023 – 11:51
La protesta dei tirocinanti a Lamezia. «Senza diritti da 10 anni, pronti a bloccare la Calabria»

LAMEZIA TERME La protesta dei tirocinanti calabresi arriva in aeroporto dopo una “sosta” nell’area dei binari ferroviari che corrono lungo la Statale 280 verso Lamezia Terme, dove c’è stato qualche attimo di tensione con l’intervento della Polizia per tenere sotto controllo la situazione.
I tirocinanti dell’Usb, in un volantino, si definiscono «lavoratori in nero della pubblica amministrazione». «Ci trovi negli sportelli, negli uffici, nella manutenzione degli enti e del verde, quindi nei Comuni, nelle Asp, nelle Province, nei ministeri, nelle scuole, nell’Atm, in aziende private e perfino in organizzazioni sindacali che invece di tutelarci ci sfruttano», scrivono. Tirocinanti da oltre 10 anni, il loro percorso non è sfociato nella stabilizzazione. Si sentono «appesi con il cappio al collo ogni anno tramite proroghe farlocche finalizzate solamente a portare voti a ogni tornata elettorale». Non sono neanche precari («magari lo fossimo, avremmo comunque un contratto, dei contributi versati, delle ferie, invece nulla di tutto ciò») e percepiscono «ogni tre mesi uno stipendio di 700 euro mensili. Questo schifo grazie ai sindacati Cgil, Cisl e Uil che firmarono la nostra condanna all’oblio nel 2016 abbandonandoci nelle politiche attive, per ricordarsi di noi soltanto durante le elezioni».

I tirocinanti in protesta alzano la voce: «Non vogliamo nessuna ulteriore proroga. A furia di proroghe siamo arrivati a fine vita lavorativa. Non vogliamo un concorso perché dopo oltre dieci anni di tirocinio abbiamo il diritto sacrosanto di convertire lo sfruttamento subito in diritti e dignità quindi in un contratto immediato. Vogliamo fondi utili che portino alla contrattualizzazione». In Calabria, spiegano, «le stime del governo parlano di una carenza organica di 28mila unità nei vari uffici, quindi è giunta l’ora di essere contrattualizzati, altrimenti ogni giorno ci saranno manifestazioni e caos nelle varie città». (redazione@corrierecal.it)

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