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«No all’abuso della leva cautelare e allo squilibrio a vantaggio dei pm»: oggi la “serrata” degli avvocati calabresi

Giornata di astensione dalle udienze proclamata dalle Camere Penali. Iacopino: «A forte rischio i diritti e le libertà individuali»

Pubblicato il: 20/07/2023 – 12:40
«No all’abuso della leva cautelare e allo squilibrio a vantaggio dei pm»: oggi la “serrata” degli avvocati calabresi

CATANZARO «L’abuso della leva cautelare, con effetti collaterali su vittime innocenti», e poi «lo squilibrio quantitativo nel rapporto tra giudici e pubblici ministeri» a vantaggio dei secondi, e ancora «un aumento esponenziale del rischio di errori giudiziari» connesso alla logica dei maxi-processi. Il coordinamento regionale delle Camere penali calabresi mette in fila i motivi che hanno portato i penalisti a proclamare oggi una giornata di astensione dalle udienze e iniziative di protesta “politica” nei vari uffici giudiziari. A farsi portavoce di una dura protesta delle Camere Penali, rivolta soprattutto nei confronti dell’amministrazione della giustizia nel Distretto di Catanzaro, è il presidente della Camera penale “Alfredo Cantafora” di Catanzaro, Francesco Iacopino, che, a nome delle altre Camere penali della regione, espone in una conferenza stampa le ragioni della mobilitazione dell’avvocatura calabrese. Una mobilitazione che nelle intenzioni dei penalisti calabresi vuole lanciare il messaggio di una “emergenza giudiziaria” a loro dire in atto nel territorio ma che – specifica Iacopino – «non è contro nessuno» bensì è «per un sistema liberale del diritto penale».

I motivi dell’astensione

«Riteniamo doveroso porre al centro del dibattito alcuni temi che ci stanno molto a cuore perché incidono sullo stato di salute delle libertà nel nostro Distretto», esordisce Iacopino, che poi aggiunge entrando nel dettaglio delle rivendicazioni dei penalisti calabresi, condensate in un duro documento diffuso nei giorni scorsi: «Ci tengo a sgomberare il campo da un equivoco: noi non siamo contro nessuno, non siamo contro la magistratura, non siamo contro la libertà di informazione, noi siamo per. Siamo per un sistema liberale del diritto penale, un sistema nel quale le garanzie possono trovare spazio nell’esercizio della giurisdizione. Il dato che registriamo – prosegue il presidente della Camera Penale di Catanzaro a nome del Coordinamento regionale – è che troppo spesso nel nostro Distretto si registra un abuso della leva cautelare, con effetti collaterali su vittime innocenti che in qualche modo vengono risucchiate all’interno del contrasto alla criminalità organizzata: questo è il tema che poniamo al centro del dibattito. E’ chiaro che siamo ben consapevoli della pervasività della mafia e sappiamo bene che il crimine vada contrastato senza alcun tipo di arretramento, ma poniamo un problema: i danni collaterali di un sistema di pesca a strascico – come lo abbiamo chiamato – che molto spesso raccoglie nella rete vititme innocenti. Di questo dolore umano – rimarca Iacopino – noi dobbiamo farci carico, dobbiamo farci carico perché ci sono famiglie e vite distrutte, la lesione della reputazione è irreparabile in quanto si attiva il circo mediatico-giudiziario».

«Squilibrio quantitativo tra pm e giudici»

Iacopino osserva: «Abbiamo anche affrontato il tema cercando di individuare le cause di questo fenomeno: sicuramente una prima causa è legata allo squilibrio quantitativo nel rapporto tra giudici e pubblici ministeri. Quando nell’ufficio requirente vi sono 30 pm e nell’ufficio giudicante abbiamo 11-12 al gip e 7.massimo 8 al tribunale del Riesame, voi comprendete che lo squilibrio quantitativo tra i giudici e i magistrati requirenti non può non riflettersi sul risultato qualitativo della risposta alla domanda di giustizia, e chiaramente questo è un primo momento di tensione nella qualità della risposta. Un altro aspetto importante riguarda i maxiprocessi: quando i numeri aumentano vertiginosamente all’interno di un unico fascicolo, in maniera direttamente proporzionale aumentano gli errori. Secondo noi l’uso della connessione, che determina la concentrazione di persone in un unico procedimento, comporta inevitabilmente un aumento esponenziale del rischio di errori giudiziari, e questo lo vediamo con le Rid (riparazioni di ingiusta detenzione), quando al termine dei processi molti imputati arrestati sono assolti lo Stato poi è chiamato a risarcire e indennizzare per l’ingiusta detenzione patita le vittime di questo sistema. Di tutto ciò – rileva il presidente della Camera Penale di Catanzaro – noi ci dobbiamo occupare perché all’avvocatura spetta la funzione sociale di tutelare le libertà dell’individuo e assicurare l’effettività del diritto di difesa all’interno della giurisdizione».

Francesco Iacopino, presidente della Camera Penale di Catanzaro

«Nessun destinatario del nostro documento»

«Non c’è nessun destinatario del nostro documento, ripeto noi non facciamo iniziative ad personam né nei confronti di qualche imputato “eccellente” come qualcuno ha detto o scritto né nei confronti di chi opera quotidianamente facendo il proprio dovere e nell’esercizio della sua funzione, sostiene poi Iacopino. Noi rispettiamo la funzione di tutti, e ringraziamo la magistratura requirente, la polizia giudiziaria, la magistratura giudicante per lo straordinario lavoro che fanno. Detto questo, che è imprenscindibile, riteniamo che sia un dovere morale, oltre che funzionale, dell’avvocatura all’interno della giurisdizione porre i problemi che riguardano i meccanismi di funzionamento e soprattutto che riguardano lo stato di salute dei diritti di libertà all’interno della giurisdizione. Credo – afferma il presidente della Camera Penale di Catanzaro – che questo aumenta il livello di civiltà giuridica e anche il benessere della giurisdizione, perché se c’è un’avvocatura debole c’è un giudice debole, una magistratura debole, se c’è un’avvocatura forte che pone il confronto sul terreno delle idee allora credo che forse riusciremo a costruire una giurisdizione più efficiente. Io comprendo la fatica di dover contrastare una criminalità organizzata così pervasiva, che è un cancro per i nostri territori e come tutte le metastasi non è facile contrastarla, ma nella somministrazione della chemioterapia quando le cellule sane che muoiono sono tante ci vuole qualcuno che dica che forse il dosaggio farmacologico è eccessivo. E’ quello che stiamo cercando di fare».

«Auspichiamo tavolo di confronto a Catanzaro»

Iacopino poi annota: «A Reggio Calabria, dopo l’iniziativa delle Camere penali territoriali e regionali la magistratura ha inteso aprire un tavolo tecnico di confronto con l’avvocatura. Noi auspichiamo che questo tavolo tecnico di confronto si possa aprire anche nel nostro Distretto di Corte d’appello, perché – ripeto – non siamo contro nessuno ma siamo per i diritti e per le libertà del cittadino e siamo orientati fermamente a tutelarli sia nelle aule di giustizia sia nelle iniziative politiche».

«Indifferibile la separazione delle carriere»

Un passaggio infine sulla riforma della giustizia al centro del dibattito in Italia. Secondo Iacopino «la posizione delle Camere Penali è molto netta sul punto. Noi riteniamo che intanto una prima riforma indifferibile è quella della separazione delle carriere, perché è necessario che la terzietà e l’indipendenza del giudice siano assicurate anche a livello ordinamentale. Poi, qualunque riforma si muova nel senso del contenimento del diritto penale come fenomeno di regolazione sociale va nella direzione auspicata dai penalisti, perché il diritto penale non può essere la leva per regolare i conflitti sociali ma deve recuperare la sua dimensione di estrema ratio. Tutto ciò che porta a un’espansione del diritto penale ci vede contrari». (c. a.)

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