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Omicidio Pirillo, ergastolo per Cataldo Marincola e assoluzione per Silvio Farao

Lo ha stabilito la Corte d’Assise di Catanzaro. Le rivelazioni del collaboratore Aloe: «Mi chiesero “te la senti di ammazzare a Cenzo tu?”»

Pubblicato il: 20/07/2023 – 16:42
di Alessia Truzzolillo
Omicidio Pirillo, ergastolo per Cataldo Marincola e assoluzione per Silvio Farao

CATANZARO La Corte di Assise di Catanzaro, presidente Alessandro Bravin, ha condannato all’ergastolo Cataldo Marincola, 58 anni, e ha assolto Silvio Farao, 72 anni, nell’ambito del procedimento per l’omicidio di Vincenzo Pirillo, avvenuto il il 5 agosto 2007 in un ristorante affollato di Cirò Marina.
Secondo la ricostruzione dei fatti, a Vincenzo Pirillo, detto Cenzo, la criminalità cirotana contestava la gestione della “bacinella”, la cassa comune del clan nella quale si riversano i soldi sporchi delle estorsioni, del traffico di droga e degli affari illeciti, destinati, tra l’altro, al mantenimento dei detenuti.
All’epoca dei fatti Cenzo Pirillo era il reggente della consorteria criminale di Cirò Marina in assenza dei capi – Silvio Farao e Cataldo Marincola – che latitavano per sfuggire a una condanna per omicidio. Per Marincola e Farao (difeso dall’avvocato Gianni Russano) il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio, aveva chiesto l’ergastolo.
Quando è stato ucciso, raggiunto da quattro colpi d’arma da fuoco, Vincenzo Pirillo stava cenando con i propri familiari e teneva una bambina di 11 anni sulle sue ginocchia. La feroce pioggia di fuoco ha stroncato la vittima designata e, senza badare troppo alle conseguenze, ha ferito la bambina, trapassata da un proiettile all’altezza della scapola sinistra, e altri cinque avventori.

Le rivelazioni di Gaetano Aloe

A portare rivelazioni importanti su questo delitto è stato il collaboratore di giustizia Gaetano Aloe, 45 anni, che si è autoaccusato di aver fatto parte del gruppo di fuoco.
Aloe ha raccontao di essere stato richiamato in Calabria dalla Germania da Cataldo Marincola (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Sergio Rotundo). Il boss avrebbe chiamato a sé Aloe per chiedergli se aveva qualcosa contro Cenzo Pirillo. Aloe risponde a Cataldo di non avere nulla contro “Cenzo”. Il boss di Cirò gli avrebbe intimato di non allontanarsi più dal territorio cirotano. «Stai qui con noi», dice ad Aloe. Quindici giorni dopo Cataldo Marincola si butta latitante. A portare in giro le sue imbasciate ci sono, racconta Aloe, Salvatore Siena, Francesco Sestito e Pino Sestito. E sarà proprio Pino Sestito, racconta il neo collaboratore, a parlare per la prima volta della volontà di Cataldo di uccidere Pirillo. Ne parla con Peppe Spagnolo, detto “il bandito”, cognato di Aloe. Poi visto che Gaetano Aloe stava sempre intorno al cognato ad ascoltare tutto, Pino si rivolge anche a lui e gli chiede: «Te la senti di ammazzare a Cenzo tu?». «E come no» avrebbe annuito Aloe.
«Siamo entrati dalla porta di dietro e abbiamo sparato», ha raccontato Aloe al magistrato Domenico Guarascio.
Per questo delitto sono imputati, nel processo con rito abbreviato, Giuseppe Farao (73 anni, fratello di Silvio), e Giuseppe Spagnolo detto “U banditu”, 51 anni. Nel rito abbreviato a ottobre verrà sentito Gaetano Aloe e poi si tornerà a discutere sulle posizioni degli imputati. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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