COSENZA Annullata in parte l’ordinanza cautelare a carico di Mario “Renato” Piromallo. Per il 58enne, uno dei principali imputati del processo “Reset”, decade l’accusa di intestazione fittizia di beni. A deciderlo il Tribunale del Riesame che ha ribadito quanto stabilito dalla Corte di Cassazione.
Secondo i giudici del Riesame, non ci sarebbe prova certa che Piromallo sarebbe il titolare occulto di alcune attività commerciali finite al centro dell’inchiesta della Distrettuale Antimafia. In particolare, non ci sarebbero riscontri sulla titolarità lavanderie, tabacchini, circoli ricreativi, campi di calcetto e società di gaming.
Da qui l’annullamento parziale dell’ordinanza – emessa lo scorso 1 settembre – che riguarda la specifica contestazione mossa dalla Procura antimafia.
Una decisione quella adottata dal Riesame che però non spalanca le porte del carcere per il 58enne che resta perciò in cella, ma indebolisce l’impianto accusatorio per quello che, secondo l’accusa, sarebbe uno dei presunti capi delle cosche cosentine.
A difendere Piromallo, gli avvocati Giorgia Medaglia e Luca Acciardi. (redazione@corrierecal.it)
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