LAMEZIA TERME «Oggi Sorical è una società interamente pubblica perché è stato eliminato il socio privato dalla compagine societaria ed è stato escluso quello che per tanti anni ha rappresentato la parte privata di Sorical, una società che era in liquidazione volontaria da più di 10 anni, creando non pochi problemi al servizio idrico calabrese e, soprattutto, bisognava colmare un vuoto, perché in Calabria non era ancora stato individuato un soggetto unico gestore a cui affidare il servizio idrico integrato». È Cataldo Calabretta, presidente di Sorical, ad illustrare tutte le novità legate al futuro del gestore del servizio idrico integrato di tutta la Calabria dal 1 gennaio del 2023. Nel corso dell’intervista rilasciata ad Ugo Floro nello spazio “In primo piano” de L’altro Corriere Tv, è stato affrontato un tema, quello dell’acqua, che d’estate e con i rigori anche delle temperature si trasforma spesso in una vera e propria problematica, ma anche un punto di forza se si parla di Sorical e della sua nuova strutturazione.
Secondo Calabretta a fare la differenza in questi ultimi mesi è stata un’assunzione di responsabilità e una accelerata data dal governatore Occhiuto e dalla sua Giunta nonché dal Consiglio regionale, «perché è stato opportuno anche legiferare in merito a determinate situazioni inerenti il servizio idrico in Calabria, per cui in questo modo si sono recuperati un po’ di anni di ritardo». Si può dire che è un ente strategico che la Calabria recupera interamente. «La trasformazione ha consentito di avere oggi finalmente il soggetto unico gestore e porre in essere un adeguamento normativo sia dal punto di vista nazionale, ma soprattutto dal punto di vista sovranazionale».
Siamo nella congiuntura estiva, con tutte le notizie positive del caso, anche quelle critiche che arrivano dal fronte climatico e dal fronte dell’approvvigionamento idrico. E la Calabria potremmo considerarla, rispetto al contesto nazionale, una grande assetata. «La Calabria è ricca d’acqua, non manca, soprattutto perché quest’anno non abbiamo avuto problemi di siccità come lo scorso anno, però – ha spiegato Calabretta – in questa regione si registra un uso improprio dell’acqua potabile, si registrano dei fenomeni di malcostume inerenti proprio a una cattiva gestione dell’acqua potabile. Forse anche perché non è stato dato atto e seguito a quello che, appunto, è disciplinato in una legge nazionale, non ci sono le reti duali che potrebbero consentire di utilizzare l’acqua, non solo per usi civici». Quindi in questo periodo, quando naturalmente c’è una richiesta maggiore d’acqua, capita che si faccia ricorso ad una richiesta ulteriore di approvvigionamento. «Ma – ha spiegato il presidente di Sorical – dal punto di vista dell’erogazione, noi siamo sempre nelle condizioni di dire che quello che forniamo è in perfetta linea con quanto deve essere somministrato, cioè non ci sono riduzioni di risorsa, non c’è una mancanza di quello che è il nostro obbligo di fornire l’acqua ai Comuni».
Nel corso dell’intervista, Cataldo Calabretta ha poi illustrato quelle che saranno le novità previste dalla nuova riforma. «Ci sarà un rapporto diretto dal punto di vista commerciale, sarà emessa una fattura che verrà poi incassata direttamente da Sorical. Quindi i Comuni non faranno più parte di questo rapporto, e soprattutto i Comuni non dovranno più gestire la rete idrica proprio per avere nella sua interezza una gestione completa, anche più efficiente e più efficace della rete comunale, perché oggi ci sono tante gestioni, proprio perché non c’è questa attivazione del servizio idrico integrato. Siamo pronti ma la partenza implica il rispetto delle fasi del cronoprogramma che si traduce in dei segmenti che dovranno poi trovare culmine nel 2026, ci sono quindi ben 4 anni di cronoprogramma e, all’interno di questo lungo periodo, la Calabria dovrà avere poi a regime quello che rappresenta il servizio idrico integrato». In merito alla nuova riforma, alcuni sindaci hanno manifestato più di qualche perplessità. Ad illustrare il quadro è stato proprio Calabretta. «Alcuni sindaci hanno accolto fin da subito di buon grado la riforma, altri sono stati un po’ restii. Ci sono stati dei ricorsi che, a mio avviso, sono stati solo strumentali, perché di fatto l’adesione ad Arrical è un obbligo di legge e molti di questi avevano tra l’altro aderito all’autorità idrica che esisteva prima. Arrical è un ente d’ambito, non ha poteri di gestione, ha il ruolo e la funzione di individuare il Soggetto Unico Gestore cui affidare il servizio idrico integrato».
Una regione, la Calabria, che ha una grande ricchezza d’acqua. Però poi scontiamo moltissimo con la dispersione con le reti idriche abbastanza vetuste e, in alcune parti, addirittura inesistenti. E poi c’è quella subcultura dell’uso in proprio che andrebbe superata, ci sono ancora tantissime persone e anche imprenditori agricoli che pensano che l’acqua sia un bene infinito. Secondo Calabretta «è indispensabile puntare ad avere quel tipo di finanziamenti come il Pnrr proprio perché solo seguendo quella strada la Calabria potrà avere finalmente una rete idrica efficiente, una rete idrica all’avanguardia e soprattutto si potranno così rifare le condotte che, come noto, obsolete e vetuste, sono delle condotte non contemporanee perché ormai hanno un’età. Le condotte non possono superare i 30 anni di vita e la dispersione che poi si registra anche all’interno delle reti comunali dimostra che la gestione comunale è stata in alcuni casi fallimentare, non si è riusciti neanche a fare la manutenzione che serviva quindi tutte queste strutture, unite anche ad un tasso di morosità, perché il servizio purtroppo non è sempre stato pagato quanto doveva essere pagato al soggetto che forniva il servizio all’ingrosso che era Sorical e l’uso improprio hanno ecco generato il collasso del sistema». Ma secondo Calabretta «nonostante questo, Sorical è nelle condizioni di gestire l’emergenza, di soddisfare anche quelle che sono le richieste dei Comuni e dei cittadini calabresi».
Spazio, poi, ai temi politici perché Calabretta, oltre ad essere il presidente di Sorical, è anche uno dei dirigenti apicali della Lega in Calabria. «Sono fiero – ha detto – sono orgoglioso di essere al vertice di questo partito che trova come leader Matteo Salvini, colui il quale ci dà comunque stimoli costanti per andare avanti in questa regione». La Lega ce l’ha una guida in Calabria? «C’è un gruppo dirigente, c’è il commissario regionale, ci sono militanti, simpatizzanti e sostenitori che ci hanno portato comunque ad avere un peso in questa regione, perché essere impegnati direttamente in molte amministrazioni regionali, ma soprattutto avere un peso a livello regionale in termini di presenza nel consiglio regionale, ci sono ben 4 consiglieri, c’è il presidente Mancuso, abbiamo una rappresentante nell’esecutivo regionale che è l’assessore Staine, abbiamo tre parlamentari, quindi comunque la Lega in pochi anni è diventata una realtà». A fronte di questa potenza di fuoco politica istituzionale, c’è comunque una fase commissariale infinita. «Era fisiologico che ci fosse un commissariamento – ha spiegato Calabretta – e che ci fosse anche una organizzazione tale del partito che potesse poi accompagnare i militanti ai congressi. Ci sono già stati i congressi a Crotone, per esempio, abbiamo celebrato il congresso cittadino, abbiamo eletto una validissima militante che Antonella Mundari, per quello regionale stiamo cercando di creare i presupposti». «Ma quello di cui vado fiero è comunque di far parte di un partito che in questo momento è una vera e propria forza che ci dà la possibilità anche di farci ascoltare al di fuori di questa regione».
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