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Aggressione all’ospedale di Corigliano Rossano, Anaao: «Occhiuto proclami lo stato di emergenza sanitaria»

Ferma presa di posizione del segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri: «Ci costituiremo parte civile»

Pubblicato il: 22/07/2023 – 15:57
Aggressione all’ospedale di Corigliano Rossano, Anaao: «Occhiuto proclami lo stato di emergenza sanitaria»

«L’ennesimo episodio di violenza, consumato la scorsa notte ai danni di una nostra collega» e di 4 infermieri all’ospedale di Corigliano Rossano in provincia di Cosenza, «ci lascia senza parole. Chiediamo pertanto al governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, un immediato e deciso intervento proclamando lo stato di emergenza sanitaria in una Regione che merita più attenzione anche da parte del governo nazionale». E’ la ferma presa di posizione del segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, dopo caso di aggressione a sanitari avvenuto ieri e per il quale il sindacato si costituirà parte civile. «Nel manifestare tutta la nostra vicinanza alla dottoressa e agli altri operatori coinvolti – continua Di Silverio – dobbiamo purtroppo constatare che le aggressioni contro di noi sono sempre più frequenti, ma quasi “declassate” a semplici fatti di cronaca. E invece, dietro ogni atto di violenza, c’è una persona prima che un professionista che lentamente continua a perdere fiducia in un sistema ospedaliero ormai non più in grado di garantire la sicurezza delle cure». «Non possiamo più curare con un organico ridotto all’osso, con soli 3 medici costretti a estenuanti tour de force, con l’impossibilità di riposare, di ammalarsi o semplicemente di assentarsi, come nel caso dell’ospedale di Corigliano-Rossano. Anaao Assomed si costituirà parte civile, e chiede all’azienda di fare lo stesso, ricordando ai vertici aziendali che secondo il dgls 81/2008 sono loro i primi responsabili della sicurezza degli operatori che non è delegabile in nessun modo. Continueremo ad agire anche per le vie legali nei confronti di chiunque non abbia a cuore la sicurezza dei nostri colleghi».

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