Due Consigli prima della pausa, per il centrodestra il “test match” della riforma dei Consorzi di bonifica

CATANZARO Due sedute prima della pausa ferragostana dopo che per quasi un mese non si era riunito. Il Consiglio regionale si appresta a vivere una sorta di sprint in vista dello stop che prelude all’arrivo di un autunno che inizierà a essere “caldo” in previsione 2023. Si torna in aula martedì e prevedibilmente tra il 2 e il 3 agosto. Ma le premesse sono diverse. La seduta del 25 luglio per quanto zeppa di pratiche – 10 punti all’ordine del giorno – non sembra essere particolarmente impegnativa, sul piano politico, con riferimento alla maggioranza di centrodestra. Ben diverso invece potrebbe essere il “test match” successivo, quello di inizi di agosto, perché a quel Consiglio regionale dovrebbe approdare sicuramente la riforma dei Consorzi di bonifica appena varata “nero su bianco” dalla Giunta guidata dal presidente Occhiuto. Nelle scorse settimane la riforma, che prevede la creazione di un unico ente di ambito regionale con la soppressione degli 11 attuali Consorzi di bonifica che verranno trasformati in distretti-comprensori, era in una fase di limbo, al punto che gli osservatori ne avevano procrastinato l’esame da settembre in poi, ma invece è arrivata la decisa accelerata del presidente Roberto Occhiuto, che spinge fortemente per la rivisitazione degli enti consortili nel senso della loro profonda razionalizzazione fino ad annunciare – cosa inedita finora dalle parti della Regione – la fiducia: il governatore ha infatti percepito delle forti “resistenze” alla riforma dei Consorzi di bonifica, politiche e non solo, da qui lo sprint degli ultimi giorni e l’arrivo del testo in aula a tamburo quasi battente. Fonti del centrodestra riferiscono che la situazione all’interno della coalizione sia complessivamente tranquilla ma è chiaro che questo step rappresenta un banco di prova serio sugli assetti e sugli equilibri della maggioranza. Non è ovviamente in discussione la compattezza del centrodestra, ma fibrillazioni nella “pancia” dello schieramento si avvertono. Schermaglie e frizioni, soprattutto tra Forza Italia, che in Calabria domina la scena e dà le carte sul tavolo, e Fratelli d’Italia. Ce ne sono state diverse nei mesi e nelle settimane scorsi, e secondo diversi osservatori qualche altro segnale si sarebbe manifestato anche di recente: nei giorni scorsi il giornale “Repubblica” ha citato il blocco da parte del ministro FdI Lollobrigida e d altri ministri meloniani come Musumeci e Urso ad alcune nomine targate Fi come quella di Antonino Daffinà tra i commissari ai depuratori, mentre a diversi analisti non sarebbe sfuggita nemmeno l’interrogazione di alcuni parlamentari di FdI, tra cui Fausto Orsomarso, su un presunto conflitto di interessi del commissario Zes Calabria e Campania Giosy Romano. C’è anche molto “retroscenismo” in certe ricostruzioni e in ogni caso non si tratta di situazioni che sottintendono chissà quali “scossoni” nel centrodestra, ma in considerazione degli appuntamenti del 2024, per i quali già ci si sta preparando, come le Europee, le Amministrative, forse le Provinciali e nel caso della Calabria anche il “tagliando” di metà legislatura alla Regione, in tanti parlano già di “grandi manovre” in atto. (c. a.)