COSENZA Nella galassia criminale della mala cosentina, la Dda di Catanzaro -nell’ambito dell’inchiesta denominata “Reset” – inserisce anche il gruppo che farebbe riferimento alla famiglia Presta. Sebbene non esista dal punto di vista giudiziario, il sodalizio sarebbe attivo soprattutto nel territorio della Valle dell’Esaro. A dare conferma, della presunta attività criminale perpetrata dai presunti sodali e dai vertici del clan è il pentito Roberto Porcaro: in uno dei verbali resi ai magistrati della Dda. «Conosco solo di nome Francesco Presta detto “Franco” quale storico referente, per la zona di Tarsia e Raggiano Gravina, dell’associazione mafioso cosentina. L’ho sempre sentito nominare in tutti i principali discorsi dell’associazione ma non l’ho mai incontrato personalmente», precisa il collaboratore di giustizia. Che degli altri presunti membri, invece, pare avere maggiore conoscenza.
«Conosco personalmente Antonio Presta detto “Tonino”, già dal 2009 allorquando era
stata organizzata una rapina ad un portavalori sulla strada Silana Crotone». E’ un elemento di vertice dell’associazione – secondo Porcaro – vista la detenzione di Franco Presta, «ha assunto la direzione del gruppo e si rapporta con gli altri “Italiani”». Il pentito riferisce di alcune riunioni «che abbiamo tenuto a casa sua a Raggiano Gravina mentre era ristretto agli arresti domiciliari, nel 2019. Ci siamo recati io e Michele Di Puppo poiché
Tonino Presta ci doveva informare della richiesta che gli era stata fatta da Cosimo Bevilacqua detto “Corvo Nero” di essere autorizzato a mettersi quale referente
dell’organizzazione criminale sulla zona tra Acri, Torano e Bisignano che negli ultimi anni, era rimasta sostanzialmente scoperta nel controllo delle attività estorsive e del traffico di sostanze stupefacenti». Il tema è scottante, l’avvio di una attività criminale implica regole sulla spartizione dei proventi e sulle “concessioni” ammesse a coloro i quali puntano ad aumentare ed esercitare il controllo su una determinata porzione di territorio. Tutti si incontrano nuovamente a casa di Tonino Presta, alla presenza di Luigi Abbruzzese accompagnato dal cognato.
«Sebbene sia Luigi Abbruzzese che Cosimo Bevilacqua facciano parte della medesima compagine degli Zingari – precisa Porcaro – non sono in buoni rapporti a causa di incomprensioni familiari». Per l’occasione «si è quindi deciso di autorizzare Cosimo Bevilacqua a controllare criminalmente la zona di Acri, Torano e Bisignano, comunque sotto la supervisione di Luigi Abbruzzese, e con l’accordo di spartire tutti proventi illeciti anche con gli “Italiani“». (f.b.)
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