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Nuova aggressione nel carcere di Catanzaro, poliziotto preso a pugni da un detenuto psichiatrico

La denuncia del Sinappe: «La cronica carenza di personale e il sovraffollamento non consentono la tutela dell’incolumità fisica degli agenti»

Pubblicato il: 22/07/2023 – 21:51
Nuova aggressione nel carcere di Catanzaro, poliziotto preso a pugni da un detenuto psichiatrico

CATANZARO E’ successo nella tarda mattinata di oggi a Catanzaro, un detenuto straniero con problemi psichiatrici, ristretto in una sezione detentiva fuori dal circuito medico all’uopo predisposto, mentre si recava nell’area esterna al fine di fruire dei locali passeggi, si è portato davanti alla camera detentiva di un altro detenuto con fare violento e minaccioso, senza spiegare le ragioni del suo attacco violento; il poliziotto penitenziario volendo intervenire, ha cercato un dialogo per comprendere le motivazioni del suo gesto e tentando di dissuaderlo dal commettere atti violenti. Sopraggiunta un’altra unità di Polizia penitenziaria a supporto del collega, con il dialogo si è riusciti a persuadere l’uomo e a condurlo verso l’area esterna, ma d’improvviso, senza proferire parola, lo stesso ha sferrato un pugno in pieno volto al poliziotto, procurandogli una ferita allo zigomo e inveendo verbalmente con frasi sconnesse. Solo grazie all’intervento del collega che prontamente lo ha accompagnato all’esterno si è riusciti ad evitare il peggio. Per il poliziotto penitenziario è stato necessario il trasporto al Pronto soccorso dell’ospedale cittadino e dimesso dopo qualche ora con un trauma allo zigomo e alla mandibola con una prognosi iniziale di 10 giorni. A rendere noto l’episodio è il Generale del SiNAPPe Roberto Santini. «Più volte il SiNAPPe – afferma Santini – ha segnalato una lunga lista di aggressioni che si sono susseguite su tutto il territorio nazionale e che il personale subisce, tutte conseguenze di una gestione fallimentare di detenuti con problematiche psichiatriche che non è idonea a sostituire le cure mediche di cui necessitano e che portano alla luce tutte le criticità del sistema penitenziario – continua il Dott. Roberto Santini –. La cronica carenza di personale di Polizia penitenzi e il sovraffollamento non consentono la tutela dell’incolumità fisica degli agenti; le continue aggressioni forse lasciano che l’opinione pubblica sia assuefatta da queste notizie, ma chi svolge quotidianamente questo lavoro vorrebbe delle soluzioni tangibili, che consentano tranquillità professionale e familiare, invece questi accadimenti fanno sì che ad aumentare siano solo i timori e la paura di essere aggrediti ancora una volta. Un augurio di pronta guarigione al collega vittima di questo violento agguato».

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