COSENZA «Nonostante le proposte e la pubblica denuncia della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti di dieci giorni fa, continuano i problemi all’Annunziata a Cosenza». Claudio Picarelli, segretario regionale Fismu, sottolinea: «Pronto soccorso ancora in emergenza, anzi ancora più in difficoltà per le alte temperature, poco personale e chirurghi usati in funzioni improprie con la conseguente ricaduta sulle operazioni e sulle visite specialistiche. Le proposte e le proteste dei medici e di Fismu: inascoltate. Non vi è stata nessun riscontro da parte del management aziendale, alcuna reazione né correzione di rotta rispetto alla gestione dei turni di servizio del Pronto Soccorso. Una realtà che si scontra con le dichiarazioni del dottor De Salazar che descrive con grande enfasi e ‘fantasia’ i miglioramenti dell’attività di questo reparto ‘caldo’ dell’Annunziata: basta verificare di persona, come fanno quotidianamente i poveri pazienti che vi giungono, che le cose non sono affatto così, anzi».
«A poco è servito – continua Fismu – l’artificio di spostare e ‘disperdere’ i pazienti nei tanti spazi creati (OBI 1,2 e 3, Holding area, ecc.), dove esiste solo un’assistenza precaria fatta da sanitari costretti a tappare buchi o pensionati reclutati ‘a gettone’ dall’azienda, infermieri e operatori sanitari che, pur diligenti e professionalmente qualificati, che però sono presenti solo in alcune ore della giornata, e comunque mai nelle ore notturne. Gli ambienti angusti, il sovraffollamento dovuto all’arrivo da tutti gli ospedali periferici ‘per competenza’ di tanti pazienti che potrebbero ricevere assistenza e risoluzione dei loro problemi nello spoke dove si rivolgono e che invece vengono inviati a Cosenza da colleghi timorosi di sequele medico legali o da concreti rischi per la propria incolumità (vedi la triste cronaca di questi giorni), fanno il resto».
«In tutta questa ‘babele’ dell’emergenza – continua Picarelli – il Commissario copre i turni di guardia vacanti per l’esiguità del personale in servizio (in parte dimissionario, in parte a mezzo servizio con altre Unità operativa, in parte in malattia) utilizzando i chirurghi generali – solo i chirurghi generali – rinunciando, come già detto in precedenza, a rispettare le regole contrattuali e creando, con l’avallo del Capo Dipartimento di Chirurgia, le condizioni per la chiusura improvvisa degli ambulatori specialistici (paziente oncologici prenotati da mesi) e al rinvio delle sedute operatorie già programmate. Molti pazienti, la maggior parte in lista d’attesa da più mesi, quindi, sono costretti a rivolgersi ai privati (che ringraziano soddisfatti), o ad alimentare quella migrazione sanitaria nelle altre Regioni, che lo scorso anno ha gravato sui bilanci regionali per circa 100 milioni di euro».
«In ultimo – conclude il segretario regionale Fismu – un grande rammarico: la nostra è l’unico sindacato che difende gli operatori sanitari in questo difficilissimo momento. Che fine hanno fatto le sigle che prima compatte montavano insieme a noi la ‘tenda della protesta’ in ospedale? Quelle erano lotte che univano, adesso come mai regna il silenzio più assordante? Dichiariamo inoltre l’intenzione di promuovere un’interrogazione parlamentare sulla ‘gestione’ troppo personalistica da parte del Commissario dell’Azienda e del Governatore Regionale che non interviene per sancire il rispetto delle regole e soprattutto non si schiera a difesa del diritto alla salute dei cittadini calabresi che dovrebbe rappresentare».
x
x