Nella Regione con la più ampia di disponibilità di spiagge naturali e più esclusive dell’intera Penisola del BelPaese, per la stagione balneabile 2023, i tratti di costa classificati idonei per un bagno in sicurezza raggiungono la lunghezza complessiva di 653.543 metri. Una lunghezza superiore all’insieme delle spiagge disponibili nelle regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Molise e Basilicata.
Questa rilevante disponibilità di coste è inoltre impreziosita dalla unicità degli assetti idrogeomorfologici che favoriscono la presenza e lo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre. La straordinaria biodiversità̀ e le specificità̀ degli ecosistemi presenti nelle acque del Tirreno e dello Jonio sono testimoniate, tra l’altro, dall’elevato numero di specie marine rare sottoposte a protezione da Direttive europee e dalla Convenzione di Rio. Va ribadito che la ricca geo-diversità della regione ha favorito una rilevante varietà di spiagge naturali formate da frammenti di minerali e rocce di tutte le ere geologiche e specificità uniche nella Penisola come gli ammassi granitici bagnati dallo Jonio e del Tirreno calabrese, generati dallo stesso magma che ha generato le più note coste granitiche della Sardegna dalle quali sono stati separati a seguito d’imponenti movimenti della crosta terrestre iniziati milioni di anni fa e ancora in atto nel Tirreno. Oltre ad una grande varietà di aspetti naturalistici ed ambientali, sulle rocce che formano le nostre coste sono impresse le ampie e più remote testimonianze della nascita ed evoluzione sia del paesaggio sia degli insediamenti umani dell’intero BelPaese; testimonianze di grandissimo interesse scientifico e sempre più oggetto di visite, ricerche e studi dei maggiori centri di ricerca e università del Pianeta.
Invece di valorizzare questo prezioso patrimonio costiero, classi dirigenti e alcuni esponenti degli Enti preposti a tutelare la salute dei bagnanti, anche nel mezzo dell’attuale stagione balneare hanno alimentato polemiche con rimpallo delle responsabilità sul mare sporco in alcuni tratti di costa.
Le polemiche sui media e social, oltre a non rendere trasparenti le acque marine e i dati del monitoraggio delle aree di balneazione, hanno finito con l’oscurare le inadempienze degli stessi Enti pubblici obbligati a fornire le informazioni necessarie per consentire alle persone di prendere decisioni informate su dove fare il bagno senza rischi per la salute lungo i 716 Km di costa disponibile. Obbligo di legge, per le Regioni, di informare dettagliatamente e tempestivamente riguardo: – la individuazione delle acque marine di balneazione per la stagione balneare 2023 e la relativa rete di monitoraggio; – la definizione delle zone lungo la costa non adibite alla balneazione; – l’istituzione e aggiornamento del profilo delle acque di balneazione; – la classificazione delle acque di balneazione da rendere nota prima dell’inizio della stagione balneare; – la facoltà̀ di ampliare o ridurre la stagione balneare, intesa come il periodo di tempo in cui vengono effettuati i controlli a tutela della salute dei bagnanti.
Siamo alla fine di luglio e nemmeno nella sezione “acque di balneazione” del sito ufficiale della Regione Calabria c’è traccia del Decreto sulla classificazione delle acque di balneazione della regione per l’annualità 2023 richiesto dal D.lgs n116/2008 e dal D.M. 30 Marzo 2010.
Carente o inesistente anche l’informazione sui dati e aspetti di competenza comunale: in gran parte dei comuni costieri non è rispettato l’obbligo di pubblicare le ordinanze dei divieti di balneazione e di esporre in ben evidenza con apposita cartellonistica in corrispondenza di tutte le aree, circa 650, di balneazione tutti i dati sui profili e sulla qualità e classificazione delle acque adibite alla balneazione.
Queste carenze informative, già denunciate in passato anche dalla Corte dei Conti, continuano ad impedire di mettere sotto i riflettori e risolvere le ben individuate criticità, limitate ad alcuni tratti, che offuscano l’immagine del prezioso patrimonio costiero regionale che, riguardo la qualità delle acque marine, si colloca tra le regioni con le più basse percentuali di acque classificate di qualità eccellente e con le percentuali più alte delle acque classificate di qualità scarsa e vietate alla balneazione. In tutto il BelPaese la percentuale delle acque classificate di qualità Eccellente arriva al 95,53% mentre in Calabria è del 91,6% che tuttavia rappresenta la ragguardevole lunghezza complessiva di 614.661 metri.
D’altra parte, le aree con acque marine classificate di qualità scarsa in Calabria arrivano al 2,2% e una lunghezza complessiva di 14.799 metri, mentre a livello nazionale risultano lo 0,82% del totale.
Ma c’è di più: alla mancanza delle adeguate informazioni su tutti tratti del Tirreno e dello Jonio vietati permanentemente alla balneazione per inquinamento, dai pochi dati rintracciabili con approfondite ricerche solo nel web emergono errori e indicazioni contrastanti sulla qualità e balneabilità delle acque marine.
Significativo l’esempio nella Provincia di Vibo Valenzia: nel Comune di Briatico il tratto di spiaggia lungo 1730 metri adibito alla balneazione denominato “La Rocchetta” nel Portale dell’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Calabria è incluso tra le Aree classificate di qualità Eccellente mentre è colorato in rosso e tra le aree vietate alla balneazione per inquinamento. sulle mappe del Portale del Ministero della Salute.
Ancora nella stessa provincia l’unica Area che l’Arpacal ha classificato di qualità Scarsa e vietata alla balneazione è quella denominata “1400 mt Sud Torre Marina” nel comune di Ricadi della lunghezza di 1313 metri che appare colorata in verde e, quindi balneabile nelle mappe del Portale del Ministero della Salute.
Va aggiunto che nella stessa provincia di Vibo V., a differenza di quanto denunciato nei giorni scorsi da Goletta Verde, la quasi totalità delle spiagge è stata classificata di qualità Eccellente; una è stata classificata di qualità Buona denominata “Lido Malfara” nel comune di Pizzo e una sola Sufficiente denominata “200 MT A DX F. MESIMA” nel comune di Nicotera. Nel comune di Vibo Valenzia il 10 luglio è stata segnalata Analisi fuori norma in corrispondenza dell’Area denominata “La Capannina”; e nel comune di Pizzo il 22 giugno è stato posto un divieto di balneazione nell’Area denominata “Museo Civico”.
Evidentemente le meraviglie del patrimonio costiero e dei mari della Calabria meritano più impegno da parte delle istituzioni pubbliche preposte, degli operatori turistici locali, dell’insieme delle classi dirigenti e dei cittadini. Impegno necessario anche per superare “il modesto ruolo che la Calabria ha nell’economia del mare” sottolineato nel Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2023/2025.
(prime anticipazioni del Rapporto sullo Stato di Salute di Mari 2023)
*Geologo del Consiglio Nazionale Amici della Terra
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