CATANZARO Coro di no dei sindacati alla proposta della Regione di trasformare l’Azienda Calabria Verde in ente pubblico economico. Dopo il no della Cgil (qui), arrivano le critiche anche della Cisl e della Uil.
I segretari generali della Fai Cisl, Michele Sapia, e della Cisl Fp, Luciana Giordano, osservano: «In merito alla pubblicazione del decreto dirigenziale della Uoa “Politiche della Montagna, foreste, forestazione e difesa del suolo” numero 10202 del 18 luglio 2023, tale atto, emanato senza alcuna preventiva informativa né confronto sindacale, ha generato confusione e preoccupazioni sui luoghi di lavoro. Pertanto – sostengono Sapia e Giordano – ribadiamo le nostre forti perplessità rispetto all’idea di trasformare l’Azienda regionale Calabria Verde in ente pubblico economico. Vista l’importanza che tale Azienda riveste in una regione come la Calabria a vocazione ambientale, per le funzioni istituzionali ad essa demandate e al fine di garantire la salvaguardia occupazionale, riteniamo sia fondamentale individuare il corretto inquadramento giuridico dell’Ente strumentale, teso ad assicurare servizi di pubblico interesse. Anche alla luce delle esperienze fallimentari già sperimentate in altri enti strumentali della Regione Calabria, come nel caso del Corap, che proprio a causa della natura giuridica privatistica è stato posto in liquidazione coatta amministrativa non potendo ricorrere al soccorso finanziario pubblico. Infine, considerato che l’ente sub regionale Calabria Verde, ad oggi, risulta l’azienda più importante del territorio calabrese per forza lavoro, con dipendenti ai quali si applicano differenti tipologie contrattuali (privatistica e pubblica), è indispensabile evitare disfunzioni e instabilità organizzative aziendali e scorretta applicazione contrattuale. Riteniamo, invece, necessari ulteriori investimenti per garantire la massima efficienza e operatività amministrativa e organizzativa dell’ente, tramite un immediato ricambio generazionale negli uffici e nei cantieri forestali e una piena valorizzazione professionale di tutto il personale. Restiamo disponibili al confronto per ulteriori approfondimenti in merito, ritenendo – concludono i dirigenti della Cisl che la partecipazione, il confronto preventivo e la capacità di fare rete siano elementi strategici per una vera stagione di cambiamento a tutela del territorio e delle comunità».
A loro volta Pasquale Barbalaco, segretario della Uila Uil, e Walter Bloise, della Uil Fpl, osservano: «La stagione delle riforme in Calabria, oltre a contemplare solo un vago e formalistico coinvolgimento degli stakeholder rappresentativi, in particolare le federazioni sindacali dei lavoratori, fa registrare una improvvisa accelerazione, soprattutto nei settori dell’Agricoltura e della Forestazione. Quasi in contemporanea, infatti, con l’approvazione della proposta di legge sui Consorzi di Bonifica, da parte della Giunta regionale nei giorni scorsi, si riapre, a distanza di pochi mesi, il pericoloso ed incomprensibile capitolo della trasformazione di Calabria Verde in ente pubblico economico, volendola così differenziare dalla quasi totalità degli enti di forestazione operanti in varie regioni del Paese . La Giunta Occhiuto, riapre la questione con l’emanazione del decreto dirigenziale n. 10202 del 18.7.2023 dell’Uoa – Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e Difesa del Suolo, con il quale commissiona ad una società di consulenza ed assistenza legale uno studio per una possibile trasformazione dell’Azienda Calabria Verde, oggi ente pubblico non economico, istituita nel 2013 e braccio strumentale della Regione Calabria, in ente pubblico economico. Una connotazione giuridica, quella dell’ente pubblico economico, che accomuna, per esempio, anche i Consorzi di Bonifica, gli stessi che la Regione vuole riformare per le gravissime condizioni finanziarie in cui sono stati lasciati da oltre un decennio ed il cui prezzo, più alto, lo stanno pagando i lavoratori sul fronte delle retribuzioni e dei Tfr. Uila Uil e Uil Fpl sono fermamente contrarie a tale ipotesi e, fatta salva la buona fede e le migliori intenzioni del Presidente e dell’Assessore al ramo, sono convinti che i veri motivi di questa ventilata ipotesi di trasformazione di Calabria Verde in ente pubblico economico, non siano quelli sussurrati durante un incontro con l’ex assessore Minenna, evocativi di suggestive semplificazioni procedurali. Al contrario – rimarcano Barbalaco e Bloise – Uila Uil e Uil Fpl, di fronte al rischio di una eventuale trasformazione di Calabria Verde in ente pubblico economico, vedono i prodromi di una forma di “privatizzazione” della forestazione accompagnabile da possibili destinazioni diversificate dei fondi pubblici per la lotta al dissesto idrogeologico, poiché potrebbe non essere più l’operatore idraulico-forestale, operaio, impiegato o sorvegliante idraulico che sia, ad essere il fulcro degli interventi programmati. Uil Uil e Uil Fpl, esprimono forti preoccupazioni anche per le ricadute sull’attuale forza lavoro, ancora in attesa di vedere il rispetto dei diritti e delle tutele contrattuali; non meno forte è la tensione che serpeggia tra i lavoratori, davanti all’ipotesi di trasformazione di Calabria Verde in ente pubblico economico, preoccupati che questa deriva privatizzante metta in discussione i loro diritti. La Uila Uil e Uil Fpl, hanno sempre condiviso e apprezzato la posizione del presidente Occhiuto e dell’assessore Gallo sul ruolo strategico della forestazione e sulla necessità di allargare la sua base occupazionale; anche la legislazione nazionale ha fatto chiarezza sulla legittimità del rapporto di lavoro di natura privatistica e l’applicazione del Ccnl di categoria e, invece, si imbocca una strada che può riservare ostacoli ben più grandi di quelli che si affrontano oggi. Per questo la Uila Uil e Uil Fpl confidano ancora in un ripensamento della Regione, chiedendo, comunque, l’avvio di un confronto sul tema nelle more del quale, il sindacato terrà assemblee territoriali per informare tutti i lavoratori della forestazione».
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