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Un solo ente articolato in 11 comprensori: ecco la “rivoluzione” dei Consorzi di bonifica – LA LEGGE

Le premesse, i contenuti e gli obiettivi della proposta normativa presentata dalla giunta Occhiuto e ora in via di approvazione in Consiglio regionale

Pubblicato il: 24/07/2023 – 17:53
Un solo ente articolato in 11 comprensori: ecco la “rivoluzione” dei Consorzi di bonifica – LA LEGGE

CATANZARO «Un solo Consorzio, articolato in undici comprensori di bonifica corrispondenti ai territori degli attuali Consorzi che vengono contestualmente soppressi e messi in liquidazione». È questo, in estrema sintesi, il “cuore” della proposta di legge di riforma dei Consorzi di bonifica predisposta dalla Giunta regionale. Un testo corposo (si può scaricarlo alla fine dell’articolo), di 39 articoli, che rappresentano una “rivoluzione” del sistema consortile in Calabria partendo dalle criticità attuali e puntando all’adeguamento del ruolo della bonifica alle nuove esigenze. Il testo, presentato congiuntamente dal presidente della Regione Roberto Occhiuto e dall’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, è stato ufficialmente depositato in segreteria del Consiglio regionale e ora sarà esaminato dalla sesta Commissione per il merito e dalla seconda Commissione per il parterre finanziario: l’intenzione di Occhiuto e dell’esecutivo è di portarlo in aula e approvarlo nell’ultima seduta di Consiglio regionale prima della pausa estiva. Sul piano politico nelle scorse settimane Occhiuto aveva espresso l’intenzione di porre la fiducia sulla riforma dei Consorzi di bonifica – cosa inedita alla Regione – avendo riscontrato delle “resistenze” nella sua maggioranza, ma ora si tratterà di vedere se sarà ancora questa la strada che batterà il governatore.

Lo “status quo” e le criticità attuali

Comunque, la riforma dei Consorzi di bonifica nasce anzitutto da una fotografia – molto negativa, per la verità – dello “status quo”. Nella relazione illustrativa alla proposta di legge si ricorda che «la legge regionale che attualmente disciplina i Consorzi di bonifica è la numero 11 del 2003 che prevede 11 comprensori corrispondenti agli 11 Consorzi esistenti. Ha subìto nel tempo alcune piccole modifiche ma l’impianto normativo è rimasto inalterato e, alla luce del ruolo che oggi devono svolgere i Consorzi, appare inadeguato. L’esigenza e l’urgenza di una riforma del comparto, oggetto da tempo di dibattito, è largamente condivisa dalla generalità dei soggetti interessati, attesa la circostanza che l’attuale condizione dei Consorzi ne limita drasticamente la capacità di intervento e l’efficienza. La frammentazione, le molteplici criticità gestionali, l’inefficienza di un arene irrigua oprai obsoleta e le difficoltà nell’impostare una programmazione a lungo termine stanno, in concreto, compromettendo la capacità di erogazione dei servizi d’istituto e, ancor più, impediscono l’implementazione di quai nuovi interventi di sviluppo ed efficientemente sempre più indispensabili di fronte alla prospettiva, ormai attuale, del cambiamento climatico. Il sistema irriguo calabrese sconta, come in tante altre realtà regionali, tutte le criticità derivanti dalla vetustà di invasi e opere di adduzione e distribuzione e la limitata interconnesione tra schemi irrigui che ne compromettono la resilienza». Nella relazione poi la Giunta Occhiuto ricorda che «la gestione degli 11 Consorzi di bonifica ha inoltre evidenziato alcune criticità essenzialmente legate alle seguenti problematiche: a) la circostanza, pur con differenze anche significative tra le varie realtà consortili, che i Consorzi presentano squilibri economico finanziari derivanti da gestioni non rigorose, importanti esposizioni debitorie e una generalizzata carenza di liquidità, b) una cronica difficoltà nel reperimento di risorse, in particolare nella riscossione delle quote consortili dovute dai proprietari dei terreni che ricadono nei vari comprensori, c) la riduzione di superfici irrigate in alcuni comprensori di bonifica, d) la moltiplicazione di servizi che ha reso difficoltosa la gestione degli impianti idrici. Sussistono inoltre significative carenze strumentali e di personale qualificato. Tali criticità peraltro si sono appalesate in occasione della partecipazione a bandi e avvisi, determinando difficoltà di accedere a fonti di finanziamento per interventi per interventi infrastrutturali, quanto mai necessari rispetto alle crescenti esigenze dell’agricoltura calabrese».

Perché un unico Consorzio regionale

Pertanto – evidenzia la Giunta regionale nella relazione illustrativa – «la riforma del sistema della bonifica del territorio è diventata indispensabile, tanto è che costituisce uno dei punti espressamente previsti nel Defr 2023/2025 approvato dal Consiglio regionale obiettivo da perseguire anche ai fini della razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica. Con il presente disegno di legge si intende, pertanto, disciplinare un nuovo assetto del sistema, anche nella considerazione delle palesi criticità emerse dalla gestione degli attuali consorzi così come disciplinati dalla vigente legge regionale 11/2003. Alla luce di quanto rappresentato, la previsione contenuta nel presente disegno di legge, risulta anche in linea con l’esigenza di coordinamento della finanza pubblica della Regione Calabria e del contenimento e riduzione della spesa corrente e dell’efficientamento dei servizi all’utenza agricola. A fronte, infatti, di undici Consorzi di bonifica, la riforma proposta prevede la costituzione di un solo consorzio, articolato in undici comprensori di bonifica corrispondenti ai territori degli attuali consorzi che vengono contestualmente soppressi e messi in liquidazione». Nelle intenzioni della Giunta «l’istituzione di un solo Consorzio consentirà di: 1. accentrare servizi attualmente attivati in ogni consorzio (progettazione, emissioni ruoli, affari legali, etc.); 2. consentire il riequilibrio nella distribuzione del personale di campagna; 3. rendere effettivamente unitaria la gestione delle risorse idriche nei comprensori di bonifica, con maggiori possibilità di scambio delle risorse disponibili tra bacini ricadenti nello stesso comprensorio e con maggiore possibilità di affrontare le emergenze quali le frequenti siccità; 4. perseguire l’obiettivo dell’autosufficienza economica del Consorzio unico, con la riduzione e riqualificazione dell’intervento pubblico regionale in direzione dello sviluppo infrastrutturale e di meccanismi di perequazione tra i beneficiari, in luogo dell’attuale sovvenzione di funzionamento».

Roberto Occhiuto e Gianluca Gallo

Le previsioni dell’articolato

Nel dettaglio, la relazione poi descrive le varie norme della riforma. «L’articolazione territoriale del Consorzio unico, fermo restando il coordinamento unitario delle attività a livello centrale, consentirà di assicurare e gestire i servizi in condizioni di prossimità con l’utenza anche con la creazione di uffici e sportelli decentrati per facilitare i rapporti diretti con i consorziati». Il Capo II introduce la disciplina del nuovo Consorzio, organizzato in 11 comprensori costituenti il presidio amministrativo e operativo della sede centrale del Consorzio, stabilisce (articolo 13) quali organi del Consorzio il Consiglio dei delegati, l’Ufficio di Presidenza e il Revisore dei conti. Il sistema elettorale, previsto all’articolo 15, garantisce – si specifica – «la rappresentanza delle varie aree della Calabria con la individuazione di tre collegi elettorali, nord, centro e sud, corrispondenti alla provincia di Cosenza, alle province di Catanzaro e Crotone e alla Città metropolitana di Reggio Calabria e provincia di Vibo Valentia». Il testo non ha invariata finanziaria: «Al fine di evitare soluzione di continuità nell’esercizio delle funzioni pubblicistiche già di competenza dei Consorzi di bonifica esistenti e nell’erogazione dei relativi servizi all’utenza, nonché di assicurare un sostegno finanziario per la fase di start-up del nuovo Consorzio, è previsto, per il 2023 un contributo regionale nel limite massimo di euro 2.000.000, e per i successivi due anni, un contributo regionale omnicomprensivo nel limite massimo di euro 7.000.000,00 per il 2024 e di euro 5.000.000, per l’anno 2025». (ant. cant.)

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