REGGIO CALABRIA Il gip di Reggio Calabria Claudio Treglia, su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e del pm Lucia Spirito, ha convalidato il fermo eseguito dalla Squadra mobile e ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Francesco Sapone, detto “Ciccio” di 42 anni, accusato dell’omicidio di Mouhssine El Rhannaoui, ucciso nella notte tra il 19 e il 20 luglio scorso a Pellaro. Al termine di una discussione, infatti, Sapone ha prima inseguito la vittima nel piazzale dell’area di servizio Q8 e poi l’ha investita volontariamente.
L’arrestato è accusato anche di lesioni personali nei confronti di Massimiliano Scuncia che si trovava assieme El Rhannaoui e che è stata colpito al fianco riportando un “trauma da schiacciamento con ferita del piede sinistro”. Stando alle telecamere della stazione di servizio e ad alcune testimonianze, prima dell’omicidio Sapone si è avvicinato all’auto dei malcapitati «sferrando un pugno sul finestrino posteriore del mezzo».
«Dopo una breve discussione con la vittima e i suoi amici, – si legge nell’ordinanza del gip – proferiva nei loro riguardi la frase “Ora ci fazzu vidiri io” (“Adesso gli faccio vedere io”, ndr)… Inoltre, come emerge dalle videoregistrazioni e dalle dichiarazioni dei presenti, lo stesso aveva compiuto varie e reiterate manovre al fine di investire la vittima e i suoi amici, per poi infierire sul corpo di Mouhssine El Rhannaoui, passandogli sopra con la macchina». All’arrivo della polizia «la vittima presentava dei segni di pneumatici sulla schiena, sul torace e sulle braccia». Per il giovane, di origine marocchina, non c’è stato nulla da fare mentre Scuncia ha riportato ferite agli arti inferiori ed è stato ricoverato all’ospedale di Melito Porto Salvo.
Datosi alla fuga, Sapone è stato arrestato dalla polizia a Motta San Giovanni, in una zona buia nei pressi di una fontana pubblica non tanto distante da dove aveva abbandonato l’auto utilizzata per omicidio. «Le modalità dei fatti – scrive il gip Treglia nell’ordinanza – hanno evidenziato una personalità spiccatamente aggressiva e violenta, nonché una totale mancanza di autocontrollo in capo all’indagato, il quale, a cagione di un banale diverbio, sia pur per ragioni non chiarite, arrivava a uccidere un giovane di poco più di 20 anni, dopo avere peraltro investito e cagionato lesioni ad altro soggetto, Massimiliano Scuncia, non arrestandosi a fronte dei danni da costui subiti, ma reiterando più volte le manovre al fine di colpire i suoi avversari, nonché facendo passare il mezzo sul corpo della vittima». (Ansa)
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