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inchiesta “Malea”

Da Mammola al cuore dell’Europa. Chi sono i membri del clan con proiezioni in Lussemburgo

La Dda di Reggio svela il volto della ‘ndrina nel centro della Jonica. Le estorsioni per i lavori e la festa padronale. Il tentato omicidio al lido “Kalahari”. Ai domiciliari un poliziotto: avrebbe…

Pubblicato il: 25/07/2023 – 11:19
Da Mammola al cuore dell’Europa. Chi sono i membri del clan con proiezioni in Lussemburgo

REGGIO CALABRIA Il “locale” di ‘ndrangheta di Mammola controllava tutto: condizionava l’imprenditoria e le attività nel settore boschivo con il metodo delle estorsioni, e si finanziava, al solito, anche mediante la produzione e il traffico di sostanze stupefacenti. Alcuni dei suoi presunti membri erano già stati coinvolti, in passato, in inchieste antimafia, ma per la prima volta viene censita e riconosciuta, sebbene in fase cautelare, l’operatività di una vera propria cellula mafiosa nel piccolo centro dell’area jonica. 

I ruoli nel clan di Mammola

Al vertice del clan, e quindi con il ruolo di Capo Locale, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, vi è Rodolfo Scali, già coinvolto in passato nelle indagini “Prima Luce”, “Crimine” e “Minotauro”. Ad affiancare Scali nella conduzione del sodalizio e nell’attuazione del programma criminoso vi erano il cognato Damiano Abbate, con il ruolo di Capo Società, e Callà Isodoro Cosimo, con il ruolo di Crimine. Dello stesso sodalizio sono ritenuti partecipi Nicodemo Deciso, Nicodemo Fiorenzi, Raffaele Romeo, Spanò Domenico, Ferdinando Cimino

Le proiezioni della cosca in Lussemburgo

Le indagini avrebbero anche accertato, come dichiarato da alcuni collaboratori di giustizia e riscontrato dalle attività tecniche di intercettazione, una proiezione del “locale” di Mammola in Lussemburgo, dove risiedono stabilmente e sono stati arrestati alcuni degli indagati. In particolare, il referente del gruppo in Lussemburgo, è ritenuto Nicodemo Fiorenzi, che doveva comunque riferire e concordare con i vertici della locale di Mammola ogni decisione. 

Le estorsioni ai lavori pubblici e per la festa di San Nicodemo

Tra i reati contestati agli arrestati vi sono diverse condotte (tentate e consumate) di natura estorsiva, che vedono come vittima: una ditta esecutrice di lavori pubblici sul tratto stradale ricadente tra Mammola e Cinquefrondi della Strada Grande Comunicazione Jonio/Tirreno; una ditta che si era aggiudicata l’appalto per i lavori di messa in sicurezza della Scuola Media di Mammola. Analogamente, è stato contestato il reato di estorsione per aver imposto, con la minaccia, ai titolari delle giostre installate a Mammola in occasione della festa patronale di San Nicodemo, di corrispondere un numero elevato di titoli (gettoni e/o biglietti) per poter usufruire gratuitamente delle attrazioni ludiche. In altre circostanze è stato censito come agli indagati si siano rivolte persone interessate ad ottenere, mediante violenza o minaccia, somme non corrisposte per prestazioni lavorative. Ulteriori reati oggetto di contestazione agli indagati, sono l’acquisto e la detenzione abusiva di armi ed il traffico di stupefacenti. 

Il tentato omicidio al lido “Kalahari” di Siderno

All’indagato Francesco Antonio Staltari, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, viene contestato, invece, il reato di tentato omicidio, in quanto la sera del 26 agosto 2016, sul lungomare di Siderno, all’uscita del lido “Kalahari” avrebbe esploso tre colpi d’arma da fuoco, da distanza ravvicinata, nei confronti del titolare Antonio Pasqualino, colpendolo di rimbalzo. L’attentato alla vita di Pasqualino, che prima degli spari veniva colpito alla testa con una bottiglia da parte di un complice di Staltari, era finalizzata, secondo quanto emerso dalle indagini, a vendicare l’aggressione subita da Mirko Staltari (figlio dell’arrestato).

Notizie riservate al boss: ai domiciliari un sovrintendente della Polizia

Tra gli indagati e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari figura, infine, Domenico Sità, sovrintendente della Polizia di Stato, attualmente in servizio presso il Commissariato di Polizia di Siderno, al cui carico viene ipotizzato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, per aver fornito, in passato a Rodolfo Scali, e più di recente a un soggetto indagato dalla Procura distrettuale antimafia di Torino notizie riservate, anche in cambio di alcune regalie. La fase operativa degli arresti, sul territorio nazionale, è stata supportata da personale della Sisco di Reggio Calabria, da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, della Divisione Anticrimine e dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica. Sul territorio estero, in Lussemburgo, l’operazione è stata fattivamente coordinata e supportata dall’Unità I-Can e dalla Divisione “Sirene” del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia. (redazione@corrierecal.it)

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