CATANZARO Le buone intenzioni al solito si scontrano con i fatti. Il “cantiere” del centrosinistra unito in Calabria avviato – tra mille timidezze – nemmeno una ventina di giorni fa a Lamezia Terme ha subìto un primo fermo alla prima prova concreta, l’ultima seduta del Consiglio regionale. Una piccola “babele”, quella messa in scena dalle opposizioni a Palazzo Campanella, ancora una volta non una voce sola ma ognuno per sé, come già tante altre volte in questa legislatura regionale. A fronte di una maggioranza di centrodestra che pure vive al suo interno scintille, schermaglie e fibrillazioni, soprattutto tra Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma che al solito riesce a compattarsi nel momento del bisogno, c’è un centrosinistra che parla lingue diverse su una stessa pratica. E’ accaduto più volte in passato, è accaduto anche in questa circostanza, in occasione della discussione della legge di iniziativa della Giunta Occhiuto che proroga le graduatorie di Oss e infermieri. Sia pure con tanti “se” e tanti “ma” e con tanti distinguo, il provvedimento ha avuto il sì del Movimento 5 Stelle con il capogruppo Fausto Tavernise, di Ferdinando Laghi di “DeMa” e del capogruppo del Misto Antonio Lo Schiavo (corteggiatissimo da Sinistra Italiana ma anche da aree del Pd e dei pentastellati). In solitaria invece il gruppo del Pd, che si è astenuto: non ha votato a favore ma nemmeno contro, “sfarinando” di fatto la compattezza del centrosinistra.
I dem non si sono lasciati suggestionare dalla tentazione di dire un sì che avrebbe avuto un suo tornaconto in termini di consenso. E proprio questa considerazione probabilmente dà conto della “lettura” che nelle ultime settimane diversi analisti stanno attribuendo al comportamento del Pd: quello di aver alzato l’asticella dell’opposizione al centrodestra di Occhiuto, di aver messo al bando timidezze e ambiguità e di non volere fare più sconti “gratis”. Un atteggiamento che secondo alcuni osservatori politici sarebbe maturato soprattutto dopo lo “strappo” consumatosi con la votazione per la presidenza dell’Anci Calabria, finita a Forza Italia con una palese forzatura anche nei confronti degli alleati di centrodestra. Chissà se questa “lettura” sia quella davvero calzante, intanto però il dato ultimo in ordine di tempo è quello di un centrosinistra ancora “in ordine sparso” in Consiglio regionale. E di un brusco stop al percorso che anche in Calabria dovrebbe portare alla costruzione di un campo largo progressista, percorso battezzato lo scorso 10 luglio nella convention con il leader di Sinistra Italiana Fratoianni. Per le opposizioni comunque a breve potrebbe esserci un nuovo test match, un altro Consiglio regionale prima della pausa ferragostana, con la tormentata riforma dei Consorzi di bonifica in agenda: un tema scivoloso anche per un centrodestra nel quale comunque non è oro tutto quello che luccica, ma a questo punto un banco di prova anche per il centrosinistra. (a. c.)
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