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Pittelli e i rapporti col boss latitante. Il legale: «Atto doveroso del difensore»

L’arringa di Contestabile: «Mai intralciare il lavoro della Procura. Ma è dovere dell’avvocato non agevolarlo». “Giano bifronte” «espressione volgare»

Pubblicato il: 26/07/2023 – 7:25
di Alessia Truzzolillo
Pittelli e i rapporti col boss latitante. Il legale: «Atto doveroso del difensore»

LAMEZIA TERME «L’avvocato ha il diritto, ha il dovere di andare a trovare (il cliente, ndr) irreperibile. Ha il dovere di andare a trovare l’irreperibile se deve discutere di fatti processuali». L’avvocato Guido Contestabile invita i giudici che presiedono al maxi processo Rinascita Scott a non soggiacere a una «logica calvinista». «Dovete scegliere – dice con veemenza nel corso dell’arringa – dovete entrare in casa degli avvocati, dovete comprendere se la vostra è una logica calvinista oppure è una logica di realtà».
Il suo assistito, Giancarlo Pittelli, avvocato, ex parlamentare, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, è stato intercettato mentre si recava in compagnia di Giovanni Giamborino a trovare il boss Luigi Mancuso che era irreperibile. Ma questo particolare, avverte il difensore, «non c’entra un bel nulla con il concorso esterno». Contestabile cita la Cassazione e prosegue: «Anche la circostanza che vada a trovalo da latitante ormai è dal 1971 che è stata sdoganata come un atto legittimo, un atto doveroso del difensore, c’è un solo precedente negativo. Perché c’è un passaggio che non vi deve sfuggire: il difensore ha il dovere di difendere. Non ha il diritto di intralciare le indagini – specifica –, questa toga non è una guarentigia e Dio solo sa quanto pesa questa toga in Calabria. Mai intralciare il lavoro della Procura». Ma dall’altro lato, dice Contestabile, «non agevolare, non rendere fluido, il lavoro della Procura è un dovere dell’avvocato».

«Pittelli non è un “Giano bifronte”»

Secondo l’accusa, da quando Andrea Mantella collabora con la giustizia, l’avvocato Pittelli è stato designato a essere «l’uomo di punta per reperire i verbali di Mantella», fa presente Contestabile.
Nel corso di una intercettazione si sente Pittelli dire: «Se lui vuole mantenere questo stato di latitanza per me è una follia. E glielo dovete dire. È una follia. Lo chiamate da parte. Sta facendo un bordello inutile e glielo dovete dire a tu per tu. Da libero gli attribuiranno qualcosa: “dato che eri latitante hai fatto questo”». Anche perché il problema è che il latitante in questione «si chiama Mancuso», chiarisce Pittelli.
In un processo nel quale «da un lato ci sono i detrattori di Pittelli e dall’altro ci sono i difensori di Pittelli» proprio in questa conversazione, secondo Contestabile, «proprio in questa conversazione Pittelli fa un apprezzamento sull’ufficio di Procura di Catanzaro». Era il periodo del processo Black Money, il boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, aveva insultato il pm Marisa Manzini e Nicola Gratteri era andato in aula a portare solidarietà alla collega.
«Gratteri ha fatto benissimo ad andare – dice Pittelli rivolto a Giovanni Giamborino – ieri era a Vibo a proteggere la (incomprensibile ma si riferisce al pm Manzini, ndr)».
Dunque Giancarlo Pittelli elogia il comportamento di Gratteri e afferma che qualcuno lo definisca anche «garantista».
L’avvocato Contestabile ritiene che la definizione di “Giano bifronte”, che viene attribuita a Giancarlo Pittelli nell’ordinanza di custodia cautelare, sia «una espressione di una volgarità spaventosa» perché «Giancarlo Pittelli ha sempre e solo avuto una faccia, la faccia dell’uomo per bene. Non è un “Giano bifronte” e lo ricavate dalle intercettazioni». 

«Pittelli è falso ma Galati è ancora più falso»

Su un dato la cosca Mancuso, è la tesi difensiva, attraverso le intercettazioni, appare pressante: la continua richiesta di soldi a Pittelli in favore di un debito – Contestabile dice «caduto in prescrizione» – che avrebbe contratto con l’ingegnere Basile (non indagato).
Da febbraio a dicembre le intercettazioni che l’avvocato richiama sul punto hanno come tema quello della richiesta di denaro.
Fino a che «si scopre che tra Basile e Galati iniziano ad esserci le prime crepe». È lo stesso Giamborino, dice Contestabile, che riferisce il pensiero di Basile: «Pittelli è falso ma Galati è ancora più falso».
La difesa sottolinea come le richieste pressanti di risarcimento del debito, da parte della cosca Mancuso, siano andate avanti dal nove febbraio del 2016 al sette settembre del 2017.
«In pieno marasma Mantella – afferma Contestabile – il problema principale di Giamborino è di accreditarsi agli occhi dell’avvocato Pittelli  per potere ottenere le somme dell’ingegnere Basile». (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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