Il Governo Meloni punta a valorizzare il lavoro giornalistico in difesa del pluralismo e contro le fake news attraverso un decreto che riordina le Agenzie di stampa di rilevanza nazionale premiando l’informazione primaria di qualità con contributi triennali.
Il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, firmato dal sottosegretario all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, si compone di dieci articoli e definisce ambito di applicazione, finalità, criteri e parametri per incentivare la qualità e l’efficienza delle agenzie, definizione del fabbisogno e del corrispettivo per l’acquisizione dei servizi, procedura negoziata e rinnovo dei contratti. Lo riporta il sito Giornalistitalia.it. Al Dipartimento per l’informazione e l’editoria è, infatti, istituito un elenco delle Agenzie di stampa di rilevanza nazionale che mettono a disposizione delle pubbliche amministrazioni e, su richiesta espressa, degli organi costituzionali, notiziari generali e speciali, nazionali, internazionali e regionali, anche di carattere video-fotografico. Requisiti essenziali: almeno 50 giornalisti assunti a tempo pieno e indeterminato con retribuzione non inferiore alla soglia minima stabilita dal contratto collettivo nazionale del comparto giornalistico; capacità di garantire giornalmente almeno 400 lanci con un loro frazionamento non superiore a due; comprovata idoneità a dislocare in modo continuativo i propri giornalisti sul territorio nazionale in modo da assicurare un’adeguata capillarità nella raccolta delle informazioni primarie; possesso di un bilancio certificato da una società iscritta all’albo Consob, che per almeno metà sia alimentato da risorse acquisite per attività svolte a favore del settore privato e comunque sul mercato; istituzione della figura del Garante dell’informazione avente la funzione di assicurare la qualità delle informazioni ed impedire la diffusione di fake news, avente provata professionalità, esperienza, imparzialità e senza una pregressa appartenenza all’Agenzia in cui opera. Il Governo, insomma, privilegia al criterio meramente quantitativo delle notizie, adottato in passato, quello qualitativo. Il criterio quantitativo, invece, viene intensificato alzando l’asticella dei giornalisti assunti a tempo pieno e indeterminato. Con il decreto Barachini viene istituito, dunque, l’Elenco di Rilevanza Nazionale delle Agenzie di Stampa nell’ambito della riforma dei criteri per il sostegno pubblico all’informazione primaria annunciata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio all’inizio di mandato e avviata dall’articolo 17 decreto milleproroghe. Dalle Agenzie di stampa che non rientrano nell’elenco di rilevanza nazionale, le amministrazioni statali potranno, comunque, acquisire servizi di carattere specialistico, settoriale, anche video-fotografico, attraverso le procedure previste dal Codice dei contratti pubblici, prevalentemente, quindi, con bandi di gara. Nella fase transitoria, pari a tre anni a decorrere dal 1° gennaio 2024, le risorse destinate alle Agenzie di rilevanza nazionale sono pari al 65 per cento della media dei corrispettivi degli ultimi cinque anni percepiti dalle Agenzie di stampa risultate vincitrici della procedura di gara del 2017. Tali risorse sono ripartite sulla base del numero medio dei giornalisti assunti negli ultimi cinque anni con contratto a tempo pieno e indeterminato. Il restante 35% è destinato all’acquisizione di notiziari specialistici e video prodotti dalle agenzie, che verranno, invece, assegnati secondo le norme del codice degli appalti, quindi attraverso gara per importi sopra una certa soglia. Nel decreto sono, inoltre, indicati parametri premianti finalizzati all’incremento dei contributi statali: dall’assunzione di giornalisti con una età anagrafica non superiore ai 35 anni alla disponibilità di assumere giornalisti in esubero a seguito di ristrutturazioni aziendali o accorpamenti tra Agenzie; dai programmi di investimento in tecnologie innovative migliorative delle performance ai i rapporti di collaborazione con Agenzie estere oltre la mera traduzione e distribuzione di notizie; dalla capacità e frequenza nell’accedere a fonti di informazioni specializzate quali, ad esempio, quelle prodotte dalla Ragioneria generale dello Stato, dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Ocse), dall’Organizzazione per le Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco), nonché dagli altri organi ed enti pubblici che istituzionalmente producono ed elaborano informazioni».
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