CATANZARO «Il sindaco Fiorita si appresta alle grandi manovre per la rimodulazione della giunta. Ne ha ovviamente facoltà, pur essendo trascorso soltanto un anno dall’insediamento dell’esecutivo da lui nominato. Esecutivo che, è bene dirlo subito, ha fin qui lavorato in grande armonia e – pur con le note difficoltà di gestione degli enti locali e dei Comuni in modo particolare – conseguendo non trascurabili risultati. Cosa spinge dunque il sindaco ha modificare l’attuale assetto di governo della città? È noto: egli ritiene di dover consolidare la sua posizione allargando a singoli, segmenti e gruppi politici fin qui fin non rappresentati o parzialmente rappresentati al fine di dare maggiore stabilità al suo esecutivo. È francamente una preoccupazione sovrastimata». Lo afferma in una nota l’assessore all’Ambiente al Comune di Catanzaro, Aldo Casalinuovo, del Pd. «Fin qui – prosegue Casalinuovo – nessuna possibile crisi consiliare si è mai neanche lontanamente prospettata ed è davvero difficile che ciò accada, secondo il vecchio adagio in base al quale … nessuno vuole andare a casa (nella vicina Lamezia, a suo tempo, il sindaco Giannetto Speranza amministrò per ben due mandati pur senza avere una maggioranza consiliare). Ma, in verità, qui il problema centrale è quello di natura politica. Se il sindaco trasforma in modo radicale il profilo politico della sua giunta spostando di fatto l’asse verso il centrodestra – da un lato, con un sensibile rafforzamento di componenti già rappresentate e, dall’altro, con eventuali ingressi nell’esecutivo di chi non lo ha neppure votato sostenendo altri candidati – si crea indubbiamente un corto circuito politico: si rompe, cioè, il patto elettorale di coalizione che lo ha fatto eleggere e si crea, in provetta, altra cosa rispetto a quella che gli elettori hanno voluto votandolo lo scorso anno. A quel punto, l’esecutivo Fiorita diventerebbe addirittura dannoso per il centrosinistra catanzarese, rafforzandosi complessivamente la variegata area di centrodestra in città e annullando totalmente il progetto politico che ha portato alla vittoria nelle passate elezioni comunali. Il Partito Democratico, in questa situazione indubbiamente particolare e delicata, guarda e non favella. Nessuno che ponga con chiarezza le questioni politiche essenziali: dove e con chi va la nuova giunta Fiorita? Il Partito Democratico è disponibile a fare la ruota di scorta di una giunta sostanzialmente a trazione centrodestra, sconfessando il progetto politico che lo ha visto protagonista la scorsa primavera? I nuovi equilibri, ispirati da movimenti palesemente trasformistici e che lo vedrebbero ridimensionato ad una posizione di mera comparsa, sono accettabili (e ciò anche in un’ottica di respiro nazionale, posto che il nostro è un capoluogo di regione e non l’ultimo dei paeselli)? Domande che – conclude Casalinuovo – dovrebbero indurre il Pd a una chiara posizione e a porre dei limiti invalicabili a un’operazione politica che, per come si sta prospettando e per moltissime ragioni, non può essere condivisa. E che davvero mal si concilierebbe con il nuovo corso, fortemente identitario, impresso dalla segretaria Elly Schlein all’indomani delle primarie dello scorso febbraio in cui è stata eletta».
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