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Reset, torna il libertà Saverio Abbruzzese. «Contro di lui solo dichiarazioni generiche dei pentiti»

La decisione del Riesame conferma l’annullamento disposto in Cassazione. «Non c’è neppure un’intercettazione»

Pubblicato il: 27/07/2023 – 12:51
Reset, torna il libertà Saverio Abbruzzese. «Contro di lui solo dichiarazioni generiche dei pentiti»

COSENZA Il Tribunale del riesame conferma l’annullamento dell’ordinanza di carcerazione disposta nei confronti di Saverio Abbruzzese nell’ambito dell’inchiesta “Reset” della Dda di Catanzaro, revoca la misura cautelare e ordina la liberazione dell’imputato, difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Matteo Cristiani. La decisione conferma l’annullamento della misura con rinvio disposto dalla Corte di Cassazione nello scorso mese di marzo. Il collegio ritiene – si legge nel dispositivo – «che il compendio indiziario, fondato esclusivamente su dichiarazioni di collaboratori “indistinte, generiche, non del tutto sovrapponibili”, in assenza di ulteriori elementi significativi in chiave dimostrativa dell’appartenenza del ricorrente al sodalizio di ‘ndrangheta (…) non appare connotato da quei requisiti di gravità, precisione e concordanza che soli legittimano l’applicazione e il mantenimento del rimedio cautelare».

Le accuse di Noblea

L’accusa, per Abbruzzese, è quella di aver partecipato alla confederazione di cosche di ‘Ndrangheta Lanzino-Ruà-Patitucci e, in particolare, al gruppo degli Zingari, «coordinando lo zio, Antonio Abbruzzese – con posizione apicale – in tutti gli affari delittuosi, con particolare riferimento al settore del narcotraffico». La contestazione si basa sulle dichiarazioni dei pentiti, primo fra tutti Francesco Noblea, che «ha riferito – segnalano i giudici – di un piano omicidiario in danno di Tonino Abbruzzese e dell’odierno ricorrente, per avere, il primo, con la collaborazione del secondo, acquistato eroina “al di fuori dei canali stabiliti”».

«Saverio Abbruzzese non è coinvolto in alcuna conversazione»

I due collaboratori Franco Bruzzese e Anna Palmieri avrebbero, per l’accusa, offerto riscontri all quadro descritto da Noblea. Ma quelle dichiarazioni «non appaiono, di per sé sole, sufficienti a fondare» a carico di Saverio Abbruzzese, «una prognosi di condanna in ordine al delitto ascritto» e «appaiono sfornite di adeguata capacità dimostrativa» visto che «nessun fatto concreto e/o specifico episodio è stato direttamente attribuito al ricorrente dai collaboratori, né è stato puntualizzato in che termini e con quali modalità egli si relazionasse con lo zio». In più, a carico di Saverio Abbruzzese, «non risulta ascritto alcun reato fine» e anche davanti a «un imponente compendio intercettivo», non ci sono conversazioni in cui sia coinvolto «direttamente o perché evocato dagli interlocutori, né sono stati documentati incontro con lo zio, ovvero rapporti di frequentazione, ovvero contatti che lo colleghino, comunque, ad altri coindagati». (redazione@corrierecal.it)

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