CROTONE La composizione dell’Ufficio di piano decisa ieri dall’amministrazione comunale di Crotone non piace all’Ordine degli architetti della provincia pitagorica. “Apprendiamo, non senza meraviglia e stupore, dalla stampa la composizione del nuovo Ufficio Piano del Comune di Crotone”, scrive l’Ordine in una nota diffusa oggi. “Lo stupore è destato già dal fatto che dopo vari tentativi di dialogo cercati in questi anni, – si legge – l’amministrazione comunale non abbia inteso condividere, giammai concordare, scelte fondamentali quali le professionalità da inserire in un costituendo Ufficio Piani che, aldilà della scelta puntuale dei nominativi, dovrebbe ricomprendere quel mix di professionalità che possa garantire una vera e reale pianificazione del territorio”. Tra i nomi dei tecnici che compongono l’organismo che dovrà occuparsi della pianificazione della città non si siano architetti. “Stupisce infatti che, malgrado il Comune di Crotone sia dotato di varie e diverse professionalità, tra cui gli architetti, -continua a scrivere l’Ordine – venga tenuta fuori, tra le altre, un’intera categoria professionale, quella degli Architetti per l’appunto, e di conseguenza le relative competenze, che, è bene ricordarlo, ai sensi dell’art. 46 della Direttiva UE 2013/55/UE, recepito dal D.Lgs 15/2016, prevede che la formazione di un architetto “deve prevedere”, in particolare, “adeguata conoscenza in materia urbanistica, pianificazione e tecniche applicate nel processo di pianificazione”. L’esclusione, quindi, rappresenta “unna scelta molto discutibile”,in quanto “vengono lasciati fuori gliarchitetti crotonesi, impedendo, di fatto, che questi possano dare il loro contributo al processo pianificatorio”. Secondo l’Ordine non sarebbe una scelta fatta all’ultimo minutoma“maturata nel tempo, tenuto conto che sono occorsi quasi tre anni per mettere insieme tutti i pezzi, compreso il cambio di tre assessori all’Urbanistica”. Non si discutono i nomi che compongo l’Ufficio del piano “sono tutti professionisti validi e preparati,che sapranno ben interpretare il delicato compito della pianificazione territoriale, della visione strategica e di sviluppo, intercettare i bisogni di interi quartieri della città, assumendo con responsabilità decisioni importanti sulle aree destinate alla bonifica”. Quello che produce “rammarico è che rimangano fuori competenze considerate, in tutta Europa, insostituibili, soprattutto in campo urbanistico”. Concludendo, scrive: “E’ probabile che l’unico posto ancora libero a cui fa riferimento l’amministrazione e che dovrà redigere il tanto atteso PSC, sul quale l’Ordine più volte ha sollecitato un dialogo mai avviato, andrà ad un architetto esterno, selezionato (si spera) attraverso una procedura pubblica, ma ciò non farà riconsiderare il nostro disappunto e la contrarietà verso l’esclusione della comunità degli architetti dal settore Urbanistica e Pianificazione Territoriale del Comune”.
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