CATANZARO È la Calabria a detenere un altro triste record. La regione è quella con il maggior tasso di persone affette da diabete.
Ben l’8,5 per cento della popolazione infatti è affetto da questa patologia. Un dato decisamente più alto della media delle regioni più ricche del Paese.
In questo caso il tasso si ferma al 4,7 per cento della popolazione. Ed al Mezzogiorno la percentuale sale al 6,9%. Ad influire sarebbero le condizioni socio-economiche in cui versa la popolazione.
Infatti, reddito, istruzione e il corretto accesso alle cure avrebbero una ricaduta anche su comportamenti e stili di vita sani. Ed i dati confermerebbero questo assioma, visto che nelle aree più fragili del Paese si registrano i maggiori casi di pazienti affetti da diabete.
Come emerso nel corso dell’ultimo congresso “Panorama Diabete – Prevedere per prevenire”, promosso al Palazzo dei Congressi di Riccione dalla Società italiana di diabetologia, la prevalenza del diabete è maggiore nelle fasce di popolazione più svantaggiate ed è pari al 16% fra chi non ha alcun titolo di studio o la sola licenza elementare.
Al Sud ed in particolare in Campania e Calabria si registrano le punte massime di mortalità per diabete. Il doppio che nel Nord Italia. Se nelle regioni settentrionali il dato si attesta infatti al 3 per cento, in quelle meridionali viaggia sull’8 per cento.
Ciò è legato alla distribuzione sul territorio nazionale delle persone in sovrappeso o obese, nettamente prevalenti in Calabria e Campania. Quest’ultima ha la più alta prevalenza di obesità infantile, ma anche il tasso di mortalità per diabete più alto d’Italia: 5,3 decessi per 10.000 abitanti.
Al divario socio economico tra nord e sud Italia – evidenzia la Sid – corrisponde anche una differenza nella qualità dei sistemi sanitari di riferimento, che si traduce anche in termini di disparità nelle aspettative di vita che, tra Trentino e Campania, registra un distacco di 3 anni.
E in Calabria, stando alle ultime rilevazioni, ad essere maggiormente a rischi sono le donne e gli anziani. In particolare per questi ultimi il tasso indica che oltre il 25% della popolazione over 65 è affetta. Un tasso molto più alto della media italiana che si ferma al 17%.
Dati che dimostrano plasticamente la correlazione diretta tra bassi redditi e diffusione della patologia.
Sul banco degli imputati – oltre alle scarse risorse destinate alla prevenzione e alla cura – anche lo stile di vita dei calabresi che, stando a quei dati, non favorirebbe una corretta alimentazione e un’attività fisica costante. Cibi di scarsa qualità, spesso ipercalorici ma più a buon mercato d’altronde sono fattori determinanti per la diffusione del diabete tra la popolazione.
Così come la minore propensione a svolgere con regolarità sport. Due aspetti che contraddistinguono quelle popolazioni, che hanno minore capacità economica per sostenere spese in prodotti alimentari di elevata qualità e garantirsi una corretta attività sportiva quotidiana. Frutti amari, ennesimi, della diffusa povertà che si registra nella regione. (r.desanto@corrierecal.it)
x
x