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il ricordo

«Emilio Ledonne: la giustizia in frac»

Con Emilio Ledonne la Calabria perde un altro dei suoi figli più competenti e capaci. Ma sopratutto se ne va un uomo buono, non soltanto assai abile nel suo lavoro ma ricco di un’umanità potente, …

Pubblicato il: 29/07/2023 – 14:30
«Emilio Ledonne: la giustizia in frac»

Con Emilio Ledonne la Calabria perde un altro dei suoi figli più competenti e capaci. Ma sopratutto se ne va un uomo buono, non soltanto assai abile nel suo lavoro ma ricco di un’umanità potente, che Lui era capace d’esprimere in ogni circostanza e con una delicatezza straordinaria.
Un uomo coltissimo, appartenente alla schiera lunghissima dei magistrati che hanno fatto giganteggiare la Calabria giudiziaria in tutto il Paese. Ne cito solo alcuni ma l’elenco sarebbe interminabile: i giudici Scuteri, Antonini, Trovato, Leo, i magistrati del Pm, Belmonte, Lombardi e appunto Ledonne.
Tutti accomunati, come tanti altri -grazie a Dio ancora fra noi -, da un tratto di signorilità straordinaria, promanante da un profondo rispetto per l’altro, completamente scevro dall’ossessione del protagonismo.
Magistrati che hanno rappresentato dei punti di riferimento per intere generazioni di magistrati ed avvocati e dei quali si avverte oggi l’incommensurabile mancanza.
Di Emilio Ledonne e «della gentile signora che il destino sparse sulla – sua – strada» (Foderaro), potrei raccontare molti episodi professionali e non (anche perché non sono aduso ricordare pubblicamente persone che non ho adeguatamente conosciuto come si fa, invece, in questi nostri tempi dell’apparenza da parte di “maniaci” della tribuna…come diciamo noi altri “continuata e reiterata”).
Ne scelgo volutamente uno soltanto non legato alla mia Professione (anche se mi assalgono in questi momenti tanti bellissimi ricordi di quel tempo andato e di un processo che non esiste più).
Sua Eccellenza Ledonne era da tempo in pensione e lo incontrai a casa di amici comuni. Come sempre la Sua presenza mi attrasse come una calamita e cominciai a discorrere con Lui dei giovani, per i quali Ledonne aveva un’autentica predilezione.
Mi disse che, nonostante l’età oramai avanzata, era Suo desiderio di tramandare ai giovani magistrati e avvocati la Sua esperienza professionale davvero ragguardevole. Purtroppo, in quel tempo, mi trovavo messo da parte dalle istituzioni formative forensi e non potei fare di più che invitarLo a tenere dei seminari all’Università nel mio Corso di Genesi e dinamiche dell’organizzazione criminale.
Si disse comunque molto felice di questa opportunità sebbene poi non riuscii a portare a compimento il mio intento.
Passò del tempo e, per la Sua natura schiva e riservata, evitai di prendere di nuovo l’iniziativa: ma mi rimase impresso quel Suo sorriso intenso e quella luce nei occhi quando parlammo di quanta esperienza e conoscenza  avrebbe potuto regalare ai giovani!
Qualche anno fa, parlando di Lui col mio amico Giustino Sciacchitano (che rivestì il Suo stesso alto incarico presso la Procura Nazionale Antimafia), appresi, senza sorpresa, della reputazione professionale di questo grande magistrato messa alla prova e verificata in frangenti complicati.
Vorrei aggiungere, per brevi cenni, un ulteriore importante aspetto: per Ledonne contava il processo, inteso come esperienza singolare dell’uomo che vi veniva sottoposto; in questo senso non venne mai affascinato dagli aspetti “politici” dell’esperienza penale. Gli piaceva discorrere non tanto della procedura ma del processo a tizio o caio o  sempronio, consapevole com’era che la tutela dei diritti e il diritto di avere diritti (Rodotà), si compiono ogni giorno nel crogiolo del processo e non attraverso le petizioni e gli scontri fra  la Magistratura e l’Avvocatura militanti.
Insomma, Ledonne apparteneva alla Scuola dei giuristi concentrati sul processo come esperienza non dell’uomo ma di un uomo.
Ma aldilà del valore dimostrato nel corso della Sua vita professionale, questa bella persona, quello sguardo entusiasta, quella gentilezza d’animo, sento di voler ricordare in primo luogo a coloro che non hanno avuto la possibilità e la grande fortuna di conoscere Emilio Ledonne; ed anche a coloro che lo hanno, come me (ed anche molto più di me), conosciuto e apprezzato. 

E lo faccio rivolgendo un appello alla famiglia ed alle istituzioni giudiziarie calabresi tutte,perché si operi nella direzione di un’imperitura memoria di Emilio Ledonne nella nostra comunità ed,in particolare,nel nostro nobile Foro di Catanzaro.

Emilio Ledonne ha concesso a tanti giovani magistrati ed avvocati di abbeverarsi alla fonte dell’esperienza; sembra quasi inutile ripeterlo,se non fosse che questo è avvenuto nel convincimento (dei giovani) che soltanto dai veri maestri s’apprende e di certo non da chi tali si credono.

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