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La Guarimba sperimenta. Ad Amantea la rassegna porno femminista

L’idea dell’artista veneziana Benedetta Panisson finisce sulle colonne di Repubblica: «Le proiezioni di notte in spiaggia»

Pubblicato il: 31/07/2023 – 13:13
La Guarimba sperimenta. Ad Amantea la rassegna porno femminista

AMANTEA Una minirassegna di corti porno femministi d’autore proiettati in spiaggia ad Amantea. L’ennesima idea geniale della Guarimba International Film Festival, la creatura nata dall’intuizione di Giulio Vita e Sara Fratini è finita sulle colonna di Repubblica che ha dedicato all’inzitiva un lungo approfondimento.
Le proiezioni sono programmate dal 7 al 12 agosto lungo il litorale amanteano durante la notte.
In particolare, gli spettatori vedranno tre piccoli film: Cravings (voglie) di Ori Pinch (Stati Uniti) che esplora come una donna in gravidanza possa essere sessualmente attive, Stalking Athens di Officer Flower (Germania) che racconta la visita ad Atene di una turista berlinese. Irrompendo in uno stadio abbandonato, dei Giochi Olimpici del 2004, lo stadio ospita nuovamente un incontro tra due giovani sconosciute. Infine Celestial bodies di Ryan Suits (Stati Uniti) dove due astronauti lottano per resistere alle inebrianti tentazioni di un’astronave aliena.
Per approfondire questa novità assoluta della rassegna che da 11 anni si tiene nella cittadina del Tirreno cosentino, Repubblica ha sentito la curatrice del progetto l’artista visiva veneziana Benedetta Panisson.

L’artista visiva veneziana Benedetta Panisson


L’idea racconta Panisson, è nata «qualche anno fa con l’incontro con la Guarimba e i guarimberos a cui avevo mandato un progetto come artista, un progetto sbilenco che però vinse nella categoria dei documentari». «Lo scorso anno – sottolinea a Repubblica l’artista – poi mi hanno chiamato in giuria per la decima edizione del festival e poco prima di salutarci gli ho lanciato questa idea che mi ronzava in testa da un po’: gli ho proposto di trovare un modo per raccontare le rappresentazioni della visualità della sessualità con una selezione di porno femministi».
E alla domanda del perché di film porno femministi, Panisson, evidenzia che ne denotava «una mancanza».
«Per me fare una sezione porno tout court non era interessante – precisa l’artista – ma farne una di porno femministi sì, un piccolo passo per affrontare il tema approcciando anche quello di razza, genere, orientamento contro l’oggettivizzazione della donna».
Mentre sulle difficoltà a mettere in scena questo genere di rassegna, l’artista rivela: «Il luogo sarà una “secret location” che verrà comunicato a chi è interessato a seguire la rassegna e sarà di notte».
«La proiezione dei corti – aggiunge – durerà circa 40 minuti con una mia introduzione e poi ci sarà il concerto di Cumbia Elettronica con Guayaba, dj colombiana residente a Milano, per non dimenticare che le radici del festival sono calabro-caraibiche».
Sulle mutazione del genere porno, Panisson poi sottolinea: «A partire dagli anni Novanta, che ormai sono trent’anni fa, si è cominciato a guardare il cinema porno in un modo diverso».
E poi spiega: «A me interessa particolarmente lo sguardo femminista perché è un paradosso: i porno classici che sono stati prodotti fin dall’inizio del Novecento fino agli anni Settanta è uno sguardo di maschi per i maschi… anche le relazioni tra donne erano pensate per l’eccitazione degli uomini. La categoria lesbica non era contemplata. Questo ha costruito un prodotto esclusivamente maschile, “eteronormato” in cui il corpo della donna era sottomesso». E ricorda a questo proposito «Gola profonda è considerato un capolavoro del genere e anche io da ragazza quando l’ho visto sono rimasta molto colpita e non avrei mai immaginato quello che abbiamo saputo dopo e cioè che Linda Lovelace ha girato alcune scene sotto costrizione».
Infine sul metodo utilizzato per selezionare i corti inseriti nella rassegna della Guarimba ad Amante, Panisson spiega: «I criteri sono stati innanzitutto che doveva esserci una critica alla gerarchia di genere e dei piaceri in cui il corpo della donna non deve essere solo l’apice del godimento maschile, poi un discorso di inclusività che abbracci i diversi orientamenti, tante produzioni femminili ma non è un’esclusiva».
«Nell’era non binaria di certo – aggiunge – non abbiamo escluso le regie maschili o quegli autori che scelgono di non definirsi, era lo sguardo che doveva essere femminista. Ciò che era importante era che ci fosse una riflessione sul sesso e questo mi interessa sia come artista, che come studiosa ma anche come mamma».
«Credo che un ragazzo o una ragazza che si avvicina a questo mondo – conclude Panisson – non debba sentirsi a disagio ma possa scegliere in cosa si sente rappresentato come avviene per le serie tv».

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