CUTRO «Il pomeriggio e la sera prima del naufragio non avevamo nessun elicottero a sorvolare l’area compatibile con la possibile posizione del barcone in quelle ore». È quanto afferma il comando della Guardia Costiera al Corriere della Sera in merito alle testimonianze di tre sopravvissuti della tragedia di Cutro – 94 morti di cui 35 bambini – che parlano di un elicottero bianco che alle 19 del 25 febbraio, cioè nove ore prima dello schianto dei caicco “Summer Love”, avrebbe sorvolato l’imbarcazione. Le testimonianze, in persiano e inglese, sono state tradotte e depositate in Procura a Crotone da tre legali torinesi, Marco Bona, Enrico Calabrese e Stefano Bertone. Nelle ultime 48 ore – viene evidenziato nell’articolo del Corriere della Sera – come la Guardia costiera abbia lavorato alacremente per venire a capo del mistero, con il controllo di ogni dettaglio dei vecchi piani di volo. Alla fine tutto sembrerebbe risolto con una nota ufficiale che smentisce «che ci fossero in volo elicotteri della Guardia costiera italiana». I migranti – evidenzia sempre la Guardia costiera, potrebbero «essersi confusi con altri elicotteri» (Grecia o Malta, per esempio) o ricordare dettagli che hanno magari visto successivamente. Difficile ipotizzare che lo abbiano inventato, come invece è stato lasciato intendere dal ministro Matteo Salvini che vede in tutto questo racconto una «campagna di fango e menzogne» e un «insulto nell’insinuare che qualcuno non sia intervenuto di proposito».
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