ROMA I rincari dei biglietti aerei, sotto gli occhi di tutti quelli che nelle ultime settimane hanno cercato un volo in un qualsiasi motore di ricerca, hanno ora l’evidenza dei numeri. Il traffico aereo dalla pandemia in poi sta crescendo costantemente e quest’anno è destinato a tornare finalmente ai livelli pre-Covid. Eppure i bilanci delle compagnie aeree, è il caso di dirlo, volano. Non sono per quanto riguarda il fatturato spinto da rincari “forzati”, legati a inflazione, aumento del costo del carburante e di ogni tipo di servizio collegato. A volare sono proprio gli utili delle compagnie.
Qualche numero può chiarire le dimensioni del fenomeno. Secondo i dati di Aci Europe (Airports Council International) nel primo semestre dell’anno il volume dei passeggeri è ancora inferiore a quello del 2019, a quota -7,7%. In netto recupero rispetto al -11% di gennaio ma pur sempre al di sotto dei livello registrati prima del Covid, oramai divenuto il benchmark di riferimento per ogni tipo di trend economico.
Tra i mercati più grandi, gli aeroporti italiani hanno fatto registrare i risultati migliori con un +1,9%, seguiti da quelli spagnoli (-2,8), britannici (-6%) e francesi (-8,3%).
E quindi? Meno passeggeri significa meno biglietti e quindi meno introiti per le compagnie aeree, si potrebbe pensare. Niente affatto.
Ryanair nell’ultima trimestrale ha visto una crescita del 24% dei passeggeri (+7% rispetto all’ultima trimestrale pre-Covid) ma un balzo dei ricavi del 57% a 2,3 miliardi di euro al punto che gli advisor hanno comunicato un rialzo delle stime dell’utile, oggi valutato per l’esercizio 2022/2023 a 1,42 miliardi di euro contro la stima precedente di 1,2 miliardi.
Iberia ha registrato il più alto utile operativo trimestrale della sua storia a 307 milioni di euro. Un risultato più che ottimo se si pensa che le entrate provenienti dalla vendita dei biglietti sono cresciute del 36% rispetto all’anno precedente. Dello stesso gruppo anche Vueling che con 160 milioni di euro di utile ha quadruplicato i valori dell’anno precedente con un semplice +10% di passeggeri.
Ma c’è anche British Airways che ha visto l’utile passare dai 60 milioni dello scorso anno ai 514 di quest’anno (otto volte tanto). O la low cost Easyjet con ricavi da passeggeri a 1,5 miliardi di sterline e +30%.
Aumenti vertiginosi se confrontati con quelli ben più modesti delle prenotazioni che hanno attirato l’attenzione anche del Garante dei prezzi.
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