SIBARI Si apre un’altra importante settimana nella programmazione di Armonie d’Arte Festival. Arriva in Calabria mercoledì 2 agosto Vinicio Capossela a presentare in esclusiva regionale il suo nuovo disco, “Tredici canzoni urgenti”, vincitore della Targa Tenco 2023 come miglior album in assoluto. Il Parco Archeologico di Sibari, ancora oggi luogo evocativo e denso di immaginario, di racconti, è tra le nuove location aggiunte quest’anno al cartellone del festival, curato da Chiara Giordano. Che in collaborazione con la Direzione regionale Musei Calabria guidato dal direttore regionale Filippo Demma e con il Parco Archeologico di Sibari, istituto autonomo del Ministero della cultura dotato di autonomia speciale, sceglie di ospitare la data del cantautore italo tedesco.
«E’ una bellissima iniziativa che porta la grande musica nel parco e porta il parco nell’orbita internazionale che compete a un luogo di cultura», commenta al Corriere della Calabria Filippo Demma. Il festival sarà l’occasione «per avvicinare le persone a questi luoghi». I musei, per il direttore non sono solo «luoghi dove si deve conservare, ma dove è necessario attualizzare la testimonianza del passante. I musei sono strumenti per fare cultura, servono per creare benessere e per creare cose nuove. Devono vivere, devono aprirsi a tutte le forme di cultura contemporanea e devono spiegare e attualizzare il proprio patrimonio. In poche parole, devono essere musei di comunità». Quella avviata dal direttore è una vera e propria rivoluzione, che coinvolge il pubblico e i visitatori sempre più numerosi. «La cosa più bella che sta succedendo a Sibari è che la gente torna a trovarci per il concerto, per la visita guidata, per il teatro, ma torna e torna più volte al museo. Anche chi è del posto, di Sibari o di qualsiasi luogo della Calabria, va via con la sensazione di appartenere a un luogo, ad un pezzo di cultura. E’ fiero di ricordarsi di un proprio passato, un passato che sente di nuovo proprio. Perché è venuto e lo ha riscoperto attraverso un concerto jazz, attraverso il teatro». Nella chiosa, Demma sottolinea, ancora una volta, quanto sia necessario “aprire” i musei al pubblico. Renderli sempre fruibili e non ridurli ad un mero spazio espositivo. «Non possono essere luoghi chiusi di conservazione di oggetti, ma spazi aperti di creazione, di cultura. E la cultura si fa col linguaggio, la musica, il teatro, la danza, l’arte contemporanea, le esposizioni, i talk, i convegni: tutto ciò che serve a comunicare, serve a fare cultura».
(redazione@corrierecal.it)
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